Caravaggio

Malore o colpo di sonno: indagini in corso sull'assurdo incidente che ha ucciso Carlo Mombrini

L'imprenditore 57enne travolto sulla piazzola di sosta. Parla la sorella: "Eravamo molto uniti, i nostri genitori sono distrutti"

Malore o colpo di sonno: indagini in corso sull'assurdo incidente che ha ucciso Carlo Mombrini
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Il conducente del camion che ha travolto e ucciso l'imprenditore di Caravaggio Carlo Mombrini potrebbe aver avuto un malore, oppure un colpo di sonno dovuto forse all'eccessivo tempo alla guida. Saranno le indagini in corso da parte della Polstrada di Chiari, probabilmente, a gettare luce sulle circostanze  che lunedì mattina hanno portato alla morte del noto imprenditore caravaggino,  57 anni, travolto e ucciso lunedì all'alba mentre sostava su una piazzola dell'autostrada Brebemi. Indagini che dovranno vagliare così anche la posizione del camionista 52enne rumeno coinvolto.  Domani, giovedì 13 febbraio,  saranno celebrati i funerali, alle 14, nella chiesa parrocchiale.

Si analizzano i dati del tachigrafo di bordo

Rilevante, con tutta probabilità, saranno i dati contenuti nel "tachigrafo" del camion: si tratta di un dispositivo elettronico che monitora, spesso tramite satellite, le condizioni di guida: velocità, tempi, soste ed eventuali anomalie. È obbligatorio per tutti i mezzi sopra le 3,5 tonnellate dal 2006 e i dati che registra sono spesso fondamentali per ricostruire le cause degli incidenti che coinvolgono mezzi pesanti.  Al vaglio anche le condizioni di visibilità sulla A35 in quelle primissime ore del mattino di lunedì: nella Bassa orientale c'era nebbia.

Tragedia a Caravaggio, travolto e ucciso  sulla piazzola di sosta di Brebemi

Cinquantasette anni, esponente della storica famiglia di imprenditori caravaggini, Carlo Mombrini è morto lunedì mattina poco dopo le 6.30  mentre viaggiava in direzione Brescia, tra Calcio e Chiari Ovest. Partito alla volta di Verona alla guida della sua Mercedes, si era fermato per un attimo in una piazzola di sosta poco oltre il casello di Calcio, ed era sceso dall'automobile.   Ma per un micidiale scherzo del destino, esattamente in quel momento un camion ha però perso il controllo della strada finendo proprio per invadere la piazzola in cui si trovava, e l'ha falciato. Il mezzo pesante lo ha trascinato per alcuni metri per poi finire la sua corsa contro le barriere fonoassorbenti e nel fossato a lato dell'autostrada. Mombrini, conosciutissimo a Caravaggio come in tutta la città come un mite imprenditore votato al lavoro quotidiano, è morto sul colpo.

I ricordi da Caravaggio

La salma di Carlo Mombrini è stata composta nella camera ardente nell'abitazione in Largo Donatori di sangue 12. I funerali si svolgeranno domani, giovedì 13 febbraio alle 14 nella chiesa parrocchiale dei Santi Fermo e Rustico. Moltissimi i ricordi dell'imprenditore che stanno arrivando in queste ore.

La sorella: "Eravamo molto uniti, i nostri genitori sono distrutti"

Così la sorella Ombretta Mombrini, che abita nell'appartamento davanti a quello del fratello, nella grande corte della circonvallazione Porta Nuova.

"Era sceso dall'auto ferma in piazzola quando un camion l'ha investito, evidentemente il conducente o si è sentito male o ha avuto un colpo di sonno - ha confermato con gli occhi pieni di lacrime - è morto sul colpo. Questa mattina ha chiamato la Polizia stradale e io e mia cognata siamo andate a Chiari, e abbiamo visto la scena dell'incidente... Ora stiamo aspettando il rientro della salma. Una persona buona e un lavoratore, siamo cresciuti insieme e fino ad oggi abbiamo vissuto porta a porta. Eravamo molto uniti. I nostri genitori, 80enni, sono distrutti".

Era un uomo "casa, famiglia e lavoro - ha aggiunto affranta una zia paterna - molto riservato ma disponibile per tutti".

Sposato, due figli universitari (Maria e Giovanni) Carlo Mombrini aveva raccolto dal padre il testimone nella conduzione dell'azienda di famiglia, specializzata in pavimentazioni.

Il sindaco Claudio Bolandrini: "Giocavamo a calcio insieme"

"Carlo ha frequentato il liceo classico dai Salesiani con mio fratello: ci si vedeva a scuola e nel tempo libero o alle feste. Avevamo la stessa passione per il calcio che lui ha praticato anche ad alti livelli. L'ho incrociato anni dopo sui campi da gioco, prima a calcio e poi a calcio a 5. Quando sono diventato sindaco l'ho incontrato con il papà Gianni quando parlavamo anche degli impianti sportivi cittadini a cui teneva molto. Una persona educata, non perdeva mai la pazienza, nemmeno in partita, aveva nel sorriso e nella gentilezza i suoi tratti distintivi. L'avevo visto a Natale e mi parlava della preoccupazione che aveva per le ricadute negative negative per guerra in Ucraina e che anche per questo percorreva tanti chilometri per lavoro per seguire di persona i cantieri. Un duro colpo. Rivolgo alla famiglia le mie più sincere condoglianze".

A ricordarlo è anche l'ex sindaco di Caravaggio Giuseppe Prevedini, cugino della moglie di Carlo, Rachele Stagnati.

Prevedini: "Assurdo morire in questo modo"

"È assurdo che una persona come Carlo sia morta in questo modo, che ha dato tutta la vita per il suo lavoro. Tra l'Italia e l'estero penso che percorresse centinaia di migliaia di chilometri ogni anno. Era una persona riservata ed educata, mai sopra le righe. Non l'ho mai sentito arrabbiato una sola volta. Un uomo d'oro.  Siamo costernati".

Mangoni: "Un grande uomo"

"Prima si è distinto per le sue doti intellettuali completando brillantemente gli studi e laureandosi ingegnere, e poi come serio professionista, dimostrando di meritare la fiducia del padre che lo ha messo a capo di un'azienda che lui ha saputo gestire e sviluppare facendola diventare leader a livello mondiale. Un grande uomo, nella sua semplicità, gentilezza e umiltà, e un padre di famiglia molto dedito ai suoi cari" è stato il commento del presidente del Consiglio comunale Carlo Mangoni.

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