"L’uso delle chiesette come camere ardenti è vietato dalla legge ma non tutti si adeguano"
A sollevare il caso è l’impresa di pompe funebri «La Bergamasca», con sede legale a Verdello
Le chiesette non possono più essere utilizzate come camere ardenti, dal momento che un regolamento regionale non le contempla tra i luoghi dotati dei requisiti idonei, in particolare dal punto di vista igienico sanitario, ma non solo. Una normativa a cui non tutti si sono adeguati e a sollevare il caso è l’impresa di pompe funebri «La Bergamasca», con sede legale a Verdello.
Stop all'uso delle chiesette come camere ardenti
"Siamo un’impresa che paga le tasse rispetta le regole e chiede di poter lavorare senza subire concorrenza sleale - hanno spiegato i titolari Antonio Servidio e Gianluca Parente - in ogni caso la questione non danneggia solo noi ma tutte le imprese del settore perché sono diversi i Comuni che continuano a non adeguarsi al Nuovo regolamento regionale sulle attività funebri e cimiteriali datato 14 giugno 2022, numero 4: per esempio Villa d'Almè, Almè e Paladina, Comun Nuovo, ma anche Arcene e Romano".
Ma in definitiva perché le chiesette sono state escluse?
"I parroci mettono a disposizione le piccole chiese dismesse presenti sul territorio - hanno spiegato - Ovviamente è comprensibile che si segua la tradizione ma la normativa impone uno stop e lo fa per motivi seri: in queste chiesette non ci sono bagni, manca l’areazione interna, il riscaldamento e spesso ci sono barriere architettoniche. Le salme, con la cassa aperta, possono essere accolte solo nella casa del defunto, nella camera mortuaria del cimitero, nelle case funerarie e nelle strutture socio-sanitarie quali ospedali, hospice, case di riposo".
La normativa regionale
Precisamente l’articolo 11 del testo stabilisce che:
"Sono luoghi in cui può svolgersi il periodo di osservazione delle salme l'abitazione del defunto in cui è avvenuto il decesso o dei suoi familiari, salvo che l’Ats territorialmente competente ne abbia certificato l’inidoneità; la casa funeraria; la camera mortuaria collocata all’interno della struttura sanitaria o sociosanitaria in cui è avvenuto il decesso; l’obitorio o il deposito di osservazione del Comune. In caso di decesso presso strutture sanitarie o sociosanitarie, il periodo di osservazione può, su richiesta dei familiari, essere completato presso l’abitazione del defunto o dei familiari stessi o presso una casa funeraria. Per motivi di interesse pubblico e in caso di eventi eccezionali, il sindaco può disporre l'utilizzo di spazi per lo svolgimento del periodo di osservazione delle salme presso strutture sanitarie o sociosanitarie o presso case funerarie".
Rimpallo di responsabilità
Gli imprenditori hanno segnalato ai sacerdoti, ai sindaci e ai vigili, dei Comuni dove operano la nuova normativa, ma non sempre ottenendo riscontro.
"I parroci rimandano ai primi cittadini perché concedono l’autorizzazione all’uso, i sindaci sviano la questione sostenendo che si tratti di casi particolari e i vigili assicurano che si informeranno ma nulla cambia - hanno affermato - probabilmente da una parte non si vuole rinunciare alle offerte, dall’altra si preferisce non urtare la parrocchia e la sensibilità dei fedeli. La legge però è legge… Altrimenti per quale ragione le imprese aprono sale con tutti i requisiti se poi basta una chiesetta che non ne ha nemmeno uno per accogliere una salma?".
"Effettivamente la normativa regionale c’è e il Comune si è adeguato - è intervenuto il sindaco di Spirano Yuri Grasselli, sul cui territorio si utilizzava una chiesetta - quindi anche la parrocchia ha recepito la normativa senza problemi".
C'è chi dice no
Con la tesi dei due imprenditori non è per nulla d’accordo il sindaco di Arcene Roberto Ravanelli e lo dice forte e chiaro.
"Da parte di Ats non sono mai arrivate direttive ufficiali che impediscono o vietano l’uso delle chiesette come camere ardenti, malgrado sia presente la normativa regionale - ha affermato - Si tratta soltanto di una questione di business, perché la sollecitazione è giunta dalle imprese di onoranze funebri che nel frattempo si sono dotate di casa del commiato. Tuttavia queste ultime non sono presenti in ogni Comune, pertanto in caso di impraticabilità dell’abitazione del defunto, l’uso della chiesetta che c’è in paese consente a tutti i cittadini, anche a quelli più anziani, di rendere omaggio alla salma".
"È una competenza di Ats, al Comune non viene fatta nessuna richiesta".
Queste le parole del sindaco di Romano Sebastian Nicoli. In città oltre ai luoghi indicati dal regolamento regionale, su richiesta alla parrocchia, viene utilizzata la chiesa della Grotta.
"Capita che alcune volte venga utilizzata la chiesa della Grotta come camera ardente - ha detto - Ma la richiesta e l’autorizzazione non passano dal Comune. È Ats che decide dopo aver verificato le caratteristiche strutturali dei luoghi. Onestamente credo che la discriminante maggiore per l’uso sia il fatto che la cassa sia chiusa e non aperta, ma è solo una mia idea".