Caravaggio

L'Usd Vidalengo "sfrattata" dal suo stadio

Dopo oltre mezzo secolo a gestire l’impianto sportivo non sarà più la società locale. Il bando è stato vinto dall'Iris Oratorio

L'Usd Vidalengo "sfrattata" dal suo stadio
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È ufficiale, a gestire l’impianto sportivo locale dopo oltre mezzo secolo non sarà più l’Usd Vidalengo.

L'Usd Vidalengo "sfrattata"

Il bando di gara indetto dall’Amministrazione comunale, dopo un lungo braccio di ferro con la società, se lo è aggiudicato l’Iris Oratorio Caravaggio. Un vero e proprio terremoto per la frazione, dove nell’ultimo mese è circolata anche una petizione per convincere in extremis la Giunta Bolandrini a cambiare idea. Così non è stato. Il campo è un simbolo identitario e un luogo di aggregazione importante per i residenti, uno dei pochi rimasti e sicuramente la vicenda lascerà degli strascichi.

Le criticità della storica gestione

Ma andiamo con ordine. Tutto è cominciato un paio d’anni fa, quando la convenzione che consentiva alla società l’uso del centro sportivo, realizzato dai vidalenghesi su un terreno comunale in concessione, è entrata in scadenza e la dirigenza ha chiesto il rinnovo ma l’Amministrazione ha nicchiato, dopo che i tecnici comunali hanno effettuato un sopralluogo da cui sono emerse criticità: in primo luogo la natura dell’attività (istituzionale o commerciale?), la presenza di un bar, l’affitto del campo ad altre realtà, il numero dei tesserati caravaggini e la dirigenza non autoctona.

Aspetti che hanno spinto il sindaco Claudio Bolandrini a chiedere opportuna documentazione prima di decidere se procedere all’assegnazione diretta oppure optare per una gara pubblica.
La società, dal canto suo aveva spiegato che "affittare il campo quando non serve alle proprie squadre rientra nelle normali attività di gestione di una società, e ci si pagano sopra le tasse", e che "i ricavi servono per coprire le spese che ci sono per tenere tutto in ordine, così come gli introiti del bar". In merito alla questione tesserati, il 25% risultavano di Caravaggio, il resto per la maggior parte di Treviglio, e tuttavia essendo quella di Vidalengo una realtà piccola, l’arrivo di nuovi ragazzi è sempre stato visto bene. Quanto all’organigramma, la l’Usd Vidalengo aveva evidenziato come ne facciano parte persone che, pur non abitando a Vidalengo, hanno sempre lavorato nella società.

La decisione di indire la gara

Alla fine l’Amministrazione dopo aver concesso due proroghe ha deciso di indire la gara. Dal canto suo il primo cittadino ha sempre parlato chiaro: "La proroga è una concessione straordinaria ed era condizionata e giustificata dall’emergenza sanitaria in corso, non può diventare la norma ed essere continuamente rinnovata - ha ricordato - L’entrata in vigore dal gennaio 2023 del DIlgs 38/2022 prescrive infatti l’evidenza pubblica per le assegnazione degli impianti sportivi dando priorità alle associazioni dilettantistiche. La manifestazione d’interesse garantisce la necessaria trasparenza e consente di individuare la gestione migliore del bene nell’interesse della comunità per la promozione della pratica sportiva".

Insomma, dura lex sed lex. La prima a essere interessata alla gara è stata l’Usd Caravaggio, che però poi si è tirata indietro e a contendere il campo all’Usd Vidalengo è rimasta solo l’Iris Oratorio.

"Ci siamo incontrati singolarmente con le altre due società, eravamo quelli messi meglio con i campi e non abbiamo voluto creare problemi preferendo lasciare spazio a loro, convinti che trovassero un accordo su una gestione comune - ha spiegato il direttore generale Giuseppe Prevedini - non è stato così e mi spiace per il Vidalengo. Speriamo che entrambe le società abbiano un futuro, le difficoltà non mancheranno".

La gestione affidata all'Iris oratorio

L’Iris alla fine è riuscita a spuntarla, conquistando un miglior punteggio sul fronte del coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni.

"L’Amministrazione ha tentato fino alla fine una conciliazione tra le due società e vedere se si poteva creare una sinergia per partecipare con un unico progetto ma non si è trovato l’accordo sulla gestione del campo in base alle esigenze di ognuno, sulla titolarità del medesimo, sulla ripartizione delle spese, sulla titolarità"  ha commentato Bolandrini, che peraltro non ha gradito l’idea della petizione.

"Qui non è mai stata consegnata e comunque andava chiusa prima dell’apertura del bando di gara, non l’ho trovato corretto" ha detto. Ora si apre uno scenario nuovo per la società di casa che indubbiamente si sente "spodestata", i malumori non si nascondono.
A settembre il paese sarà un po’ meno "frazione", se è vero che il campo passa nelle mani della società dell’oratorio di Caravaggio e il parroco caravaggino don Giansante Fusar Imperatore diverrà anche il parroco dei vidalenghesi.

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