Quando le rogge si prosciugano sotto il sole estivo, centinaia di pesci rischiano di morire. Da anni Giovanni Mombelli interviene come volontario per recuperarli e liberarli nell’Adda. Il suo lavoro non è solo salvataggio, ma anche monitoraggio delle condizioni ambientali, sempre più critiche a causa dell’abbassamento delle falde e delle specie aliene in crescita.
Un volontario, un retino e una missione silenziosa
Ogni estate, quando le rogge del territorio attorno a Rivolta si svuotano fino a diventare strisce di terra screpolata, per centinaia di pesci sembra arrivare la fine. Ma a ricordarsi di loro c’è sempre lui: Giovanni Mombelli , rivoltano dallo spiccato senso civico, che da anni si impegna – a puro titolo di volontariato – in una missione silenziosa, ma cruciale per l’ecosistema locale. Con stivali, retino e tanta pazienza, Giovanni ha recuperato nelle ultime settimane tra i 25 ei 30 chili di pesce, tratti in salvo dalle rogge in secca e liberati nelle acque più sicure del fiume Adda. Un gesto semplice, ma determinante.
Il procedimento è elementare – racconta – si tira via l’acqua, restano i pesci, li raccogli e li porti nell’Adda. E da lì capisci tante cose: quali specie sono presenti, quanto pesa l’inquinamento, o se ci sono specie aliene. Quest’anno, ad esempio, erano molto più numerosi rispetto al passato.
Un ecosistema che cambia: falde più basse e rischi crescenti
Il lavoro di Giovanni non è solo un’azione di salvataggio: è anche un termometro ambientale. Rispetto a vent’anni fa, infatti, la situazione idrica del territorio è profondamente mutata. “All’epoca il livello dell’acqua sotterranea era molto più alto. Oggi le falde si sono abbassate così tanto che, quando vengono chiuse le prese d’acqua, le rogge si asciugano nel giro di pochi giorni”. Un cambiamento che mette seriamente a rischio la fauna ittica:
“Una volta serviva un mese perché si prosciugassero del tutto, e nelle buche qualcosa sopravviveva. Ma basta un anno come il 2003, con la siccità estrema, e molte sorgive storicamente perenni sono sparite, eliminando interi nuclei riproduttivi”.
Specie ritrovate, specie aliene e una vigilanza che nasce dal basso
L’osservazione diretta dei corsi d’acqua ha portato anche qualche sorpresa. “Sono ricomparse specie che da tempo non si vedevano. Lucci, persico sole, gamberi”. Ma non mancano le criticità: tra le specie aliene spicca l’aumento della luciperca, mentre i siluri, pur in lieve calo, restano numerosi e invadenti. Il monitoraggio continuo di queste dinamiche non passa inosservato: Mombelli aggiorna con rigore il proprio profilo Facebook e la pagina Deflusso Minimo Vitale, dove racconta interventi e scoperte, riscuotendo un crescente interesse. Tiene anche informata la Fipsas di Cremona, contribuendo a una rete di vigilanza spontanea e preziosa. Un impegno, quello di Giovanni, che parla di territorio, responsabilità e amore per l’ambiente. E che ricorda a tutti noi che, a volte, per salvare un ecosistema serve solo occhi attenti, mani pronte e la volontà di non voltarsi dall’altra parte.