L'omicidio e poi la fuga: le fasi dell'arresto dell'assassino di Cologno

Il 47enne si trova ora in carcere a Bergamo. Ad aiutare i militari nelle indagini le tante segnalazioni dei cittadini.

L'omicidio e poi la fuga: le fasi dell'arresto dell'assassino di Cologno
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Aveva premeditato tutto. Maurizio Quattrocchi, il 47enne operaio edile che nella notte tra sabato e domenica, a Cologno, ha ucciso a coltellate la moglie Zinaida Solonari, sapeva cosa stava facendo. L'ha aspettata di ritorno dal lavoro e alle 2 di notte è sbucato dal buio del parcheggio e l'ha aggredita con un coltello a serramanico. Quattro fendenti: due alla gola e due alla coscia. E per Zina non c'è stato scampo.

La vittima, Zinaida Solonari 36 anni.

Era già stato denunciato

I dettagli del femminicidio avvenuto la notte scorsa a Cologno sono stati resi noti questa mattina a Bergamo dal colonnello dei carabinieri Paolo Storoni. Dalla ricostruzione fornita dagli inquirenti emerge una situazione al limite, ma già seguita dai carabinieri dopo la denuncia della donna. Solo qualche ora prima, intorno alla mezzanotte una pattuglia era passata davanti all'abitazione poco dopo Zina sarebbe rimasta uccisa per mano del marito.

La gelosia malata

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Maurizio Quattrocchi, 47 anni

Ma non è bastato. I problemi erano iniziati quest'estate. I vicini raccontano di una coppia tranquilla, sposati da 13 anni con due figlie di 12 e 8 anni e una terza figlia, di 16, che Quattrocchi aveva riconosciuto. Poi qualche mese fa il 47enne ha iniziato a manifestare una gelosia ossessiva. Zina voleva lavorare. Ora che le figlie erano grandi voleva contribuire anche lei all'economia famigliare. Una libertà che ha fatto scattare qualcosa nel 47enne. Possessivo e geloso era arrivato anche a minacce verbali.

La fuga fino a Martinengo

Fino al tragico epilogo di sabato notte. Zina ha tentato di difendersi, come confermano le tracce di colluttazione, ma lui era troppo forte. Dopo l'omicidio Quattrocchi è salito sulla sua Peugeot 207 e ha fatto perdere le sue tracce. Le prime indagini - come ha spiegato il colonnello Storoni - si sono concentrate sui dati che arrivavano dal suo cellulare rimasto accesso fino alle 6 del mattino. A quel punto ad aiutare i carabinieri sono state le tante segnalazioni arrivate dai cittadini. Una collaborazione straordinaria che ha permesso ai militari dell'Arma, 100 unità dispiegate sul territorio, di concentrarsi nella zona di Martinengo posizionando posti di blocco su tutte le direttrici.

L'arresto, ora è in carcere

Ormai circondato Quattrocchi ha tentato di prolungare la fuga, ma nel tardo pomeriggio, ormai braccato, ha deciso di costituirsi nei pressi della caserma dei carabinieri di Martinengo. Dopo l'arresto è stato portato nella caserma di Treviglio per il fotosegnalamento e poi in carcere a Bergamo dove si trova tutt'ora. L'arresto al momento non è stato ancora convalidato e non è stata stabilita la data del primo interrogatorio.

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