Lo sfogo del parroco accusato di abuso edilizio: "Non sparate sulla Croce Rossa, se ho mancato pagherò"
Il sacerdote disabile, amareggiato, ha parlato ai fedeli durante due messe
Qualcuno minaccia di denunciarlo per abuso edilizio all’esterno della chiesa e nella casa parrocchiale a Ghisalba e il parroco don Francesco Mangili si sfoga a messa: "Non sparate sulla Croce Rossa, se ho mancato pagherò".
Minacce di denuncia al parroco disabile
È amareggiato don Mangili, e come dargli torto. Dopo il ricovero improvviso nel reparto di Terapia Intensiva a Bergamo avvenuto nel giugno dell’anno scorso e la successiva pesante fase riabilitativa, ha dovuto affrontare non poche difficoltà per tornare alla vita di tutti i giorni on più sulle sue gambe ma su una sedia a rotelle. Non si aspettava quindi di ricevere anche un attacco da qualche cittadino che a suo dire si è mosso nell’ombra. Chiaro, gli abusi, se ci sono, vanno sanati, non c’è dubbio. E così per chiarire tutto ha deciso di rivolgersi direttamente ai fedeli, nelle messe di sabato e domenica, chiedendo scusa e svelando la sua pena.
"Non faccio il Nicodemo che parla nella notte, mi piace mettere la faccia sulle cose - ha esordito con un fil di voce domenica mattina - devo ringraziare il Gruppo Alpini e la Consulta delle Associazioni che mi hanno fatto la sorpresa di sistemare la piazzola per il disabile, qui fuori, dove c’è la rampa per i disabili. So che c’è qualcuno che, in una riunione, ha un po’ minacciato di denunciare il parroco perché non c’erano i permessi... Io ringrazio e chiedo scusa, andrò a verificare e pagherò le mie multe".
Poi si è rivolto al primo cittadino Gianluigi Conti.
"Qualora abbia creato disagio, fammi sapere se qualcuno si è lamentato dicendo che ho fatto i lavori nella casa parrocchiale senza avere il permesso - ha continuato costernato, anche in bergamasco, lasciando uscire spontaneamente le parole dal cuore - Ho spostato il water per poter passare con la carrozzina, non ci riuscivo, e ho messo il lavandino per disabili. Se ho sbagliato qualcosa cercherò di risolvere ma mi sembra che sparare sulla Croce rossa, non so...".
Poi ha fatto un appello a chi ha puntato il dito contro di lui: "Venite e parlate, chiedete".
"Grazie a chi si è dato da fare per me"
Infine un ultimo sfogo, quello di un uomo che vive un momento di fragilità ed è grato a chi gli tende una mano.
"Ringrazio tutte le persone che si sono date da fare per sistemarmi il bagno - ha concluso - Vorrei precisare che non è che dove c’era il bagno ho ricavato una sala da pranzo o altro. Non mi sembrava una cosa così importante come se fosse scoppiata la guerra mondiale... Però va bene, grazie per l’osservazione, metteremo tutto a posto, quindi mi scuso se ho mancato di accortezza: cercherò di riparare, non penso che mi mandino in galera ma se fosse così non preoccupatevi che faccio del bene anche là e si stuferanno di sentirmi predicare quindi mi cacceranno fuori alla svelta. Bene, buona domenica a tutti, la messa è finita, andiamo in pace".
Parole pesanti come macigni che, attraverso la radio parrocchiale, hanno raggiunto anche i fedeli che non avevano partecipato alle due celebrazioni, suscitando scalpore. Contattato, il parroco ha ribadito la sua volontà di riparare ad eventuali errori.
"Dove è presente la rampa per andare in chiesa la sede stradale è un po’ dissestata e gli alpini e la Consulta delle associazoni mi hanno fatto la sorpresa di ricavare un piccolo spazio per consentire a un disabile di scendere dall’auto e salire, pensando di fare una cosa buona - ha spiegato - lì peraltro ci andavano a defecare i cani. Volendo fermare sul nascere il vociferare che ne è nato in alcune riunioni ho preferito parlare direttamente ai fedeli. Il gesto dei volontari non giova solo a me, ci sono papà di alcuni bambini paraplegici e le persone anziane con i carrellini che vengono a messa. Quanto alla casa parrocchiale ho messo a spese mie la piattaforma che mi permette di superare i sette gradini presenti. Per dormire mi sono accampato nel tinello e contatterò Sopritendenza ai Beni architettonici e Comune per realizzare un ascensore e raggiungere gli altri piani. Sto cercando di fare il meglio, nel caso dei disabili va tutto in deroga e io ha un’invalidità certificata per la quale ricevo una pensione di accompagnamento. Sto affrontando un momento della mia vita davvero difficile, un gradino di pochi centimetri diventa un ostacolo insormontabile: ho solo un braccio per spingere la carrozzina e un solo piede per dirigerla".
Le barriere architettoniche: un ostacolo per tutti
Don Mangili ha sollevato il tema importante delle barriere architettoniche che ancora esistono un po’ ovunque, anche in paese.
"È una battaglia, quella contro le barriere architettoniche, che combatto da 30 anni, ovunque sono stato ho cercato di fare qualcosa - ha affermato - Siamo nel 2024 ma ancora sono presenti. Non sono un problema solo per i disabili come sono io adesso ma anche per le mamme con il passeggino, per chi è momentaneamente infortunato, per gli anziani. In paese per esempio penso a via Roma, il lastricato realizzato in passato è un problema non da poco, gli urbanisti devono pensare anche a percorsi per i disabili".
Un gradino, quello che costeggia la centralissima strada, che nel tempo è diventato un pericolo insidioso segnalato anche dai ciclisti e dai pedoni in genere, che sono caduti rovinosamente al suolo. Un tema portato all’attenzione giusto un anno fa dal Pd, con un’interpellanza corposa che aveva toccato anche questo aspetto. Peraltro l’Amministrazione comunale non è indifferente alla questione, ed è impegnata nella stesura del «Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche» (Peba) per abbattere le barriere architettoniche, introdotto dalla normativa nel 1986 ma che ancora pochi Comuni hanno realizzato.
"Sul tema della disabilità si dovrebbe davvero fare fronte comune e far migliorare le istituzioni e le leggi - ha concluso il parroco - io cerco di sistemare quello che compete a me".