Licenziamento impugnato, nuova battaglia legale
L’insegnante della scuola materna di Rivolta, Clara Pacella licenziata via WhatsApp come annunciato trascinerà l’istituto in Tribunale per fare valere i suoi diritti.
L’insegnante della scuola materna di Rivolta, Clara Pacella licenziata via WhatsApp come annunciato trascinerà l’istituto in Tribunale per fare valere i suoi diritti.
La causa
Come annunciato dalla Tunisia dove si trovava in vacanza con la famiglia, l’insegnante della scuola materna ha impugnato il licenziamento. Per l’istituto si profila una nuova battaglia legale, intanto a settembre i bambini non ritroveranno più la loro maestra.
I precedenti
Una brutta storia quella che ha fatto finire nuovamente alla ribalta delle cronache la scuola dell’infanzia del paese, dopo la denuncia di due genitori e le ispezioni di Ats e Nas. D’altra parte non è la prima volta che le dispute tra l’insegnante e la scuola, e quindi il Cda della «Fondazione asilo infantile» che la gestisce, finiscono davanti a un giudice. Quello che ha fatto scalpore però, questa volta, è stata soprattutto la modalità del licenziamento. Un messaggio su WhatsApp, inviato mentre la maestra si trovava in vacanza con marito e figli.
La reazione
Rientrata dall’estero, l’insegnante ha voluto aprirsi e parlare della vicenda, esprimendo tutta la sua amarezza. «Un messaggio inviato dal numero del cellulare in uso dalla vecchia direttrice per annunciarmi il licenziamento che mi ha anche rovinato una vacanza tanto agognata quanto sudata..."
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Non entro nel merito della vicenda perchè non conosco i fatti, e non mi schiero dalla parte di nessuno. Però se è vero, come dice l'articolo, che la Signora Pacella è stata licenziata con un messaggio whatsapp inviatole mentre era in vacanza, è proprio una grave mancanza di rispetto contro la persona e contro il suo ruolo professionale (ripeto..qualsiasi cosa sia successa) . Ammesso e non concesso che la scuola abbia ragione, sarebbe stato meglio parlarne faccia a faccia, chiusi in un ufficio e dando le motivazioni precise. Ci credo che con queste modalità la maestra abbia voluto impugnare il licenziamento. In generale e con datori di lavoro diversi, sia enti pubblici che privati, si nota sempre meno correttezza da parte dei datori di lavoro nei confronti dei lavoratori.