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Liberato Padre Maccalli: era stato rapito in Niger nel 2018

Padre Gigi Maccalli è stato liberato in Mali dopo due anni di prigionia. Con lui liberato anche Nicola Chiacchio.

Liberato Padre Maccalli: era stato rapito in Niger nel 2018
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Padre Gigi Maccalli è stato liberato in Mali dopo due anni di prigionia. Con lui liberato anche Nicola Chiacchio. Ad annunciarlo il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Padre Maccalli è stato liberato

Padre Pierluigi Maccalli è stato liberato. Il sacerdote, della diocesi di Crema è stato liberato in Mali insieme a Nicola Chiacchio. I due connazionali stanno ora rientrando in Italia. Ad annunciarlo è stato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in un tweet.

L’ultima apparizione

Nel mese di aprile il quotidiano Avvenire aveva pubblicato un breve filmato in cui appariva il sacerdote prigioniero insieme a Chiacchio, del quale si erano perse le tracce, forse rapito in Mali dove si trovava per motivi turistici. L’identità dei due italiani liberati è stata confermata anche da un portavoce del governo maliano.

Soddisfazione per la liberazione del sacerdote cremasco anche dal Ministro degli Esteri, Luigi di Maio:

Il rapimento

Il sacerdote originario di Madignano (CR), da tempo attivo in Africa, era stato rapito nella notte tra domenica 16 e lunedì 17 settembre 2018 in Niger. Portato via, dalla sua parrocchia di Bomoanga, nella zona di Niamey, da rapitori che lo hanno colto di sorpresa nel sonno. Ora finalmente il lieto fine.

Insieme a padre Maccalli e Nicola Chiacchio sono stati rilasciati anche la cooperante francese Sophie Petronin e il politico maliano Soumaila Cissè.

A Crema suonano le campane della cattedrale

"Terremo lo striscione "Liberate Padre Gigi", appeso al balcone della Torre Pretoria, nel mio ufficio, fino a quando padre Gigi non tornerà qui a casa sua, tra la sua gente, ma, ora che lo sappiamo libero, l' angoscia dei mesi scorsi si trasforma nella gioia dell’attesa, che vogliamo goderci con la stessa intensità con cui si aspetta un figlio carissimo che torna da un lungo viaggio - ha scritto su Facebook in un lungo messaggio il sindaco di Crema Stefania Bonaldi - La notizia della liberazione ha raggiunto e travolto la città ieri sera dopo le 22, subito all'uscita delle prime agenzie, e la trepidazione iniziale, che ci aveva accompagnato in questi mesi insieme ad una speranza incrollabile, si è poi trasformata in entusiasmo e partecipazione spontanea. Ci sono episodi che non si dimenticano, che rimangono scolpiti nella storia di una comunità per generazioni, il suono delle campane della Cattedrale, ieri sera dopo le 23, sarà per i cremaschi uno di questi, mai come questa volta un simbolo religioso si è allargato a tutti senza distinzione, mai le campane avevano unito una comunità, come nell’occasione dell’annuncio della liberazione di padre Gigi, testimone di una religione fatta di carità, di compassione, di accoglienza.
Avevamo bisogno tutti di questa buona novella, laici e credenti di ogni fede, proprio questo era il momento giusto, perché usciamo da vicissitudini sanitarie durissime, perché il nostro territorio ha sofferto vicende drammatiche, perché tutto il mondo necessita di buona religione, lontana dalle rappresentazioni avvilenti o violente che talvolta dividono le comunità. Padre Gigi è il regalo che “muta il lamento in danza”, affratellandoci e ricordandoci che l’unico modo per spendere la propria vita è metterla a disposizione del prossimo, ognuno con le sue possibilità. Chi viola questo patto naturale dell’umanità riporta il mondo ai suoi albori, ai momenti oscuri, quando l’individualismo e la sopraffazione erano l’unico linguaggio ammesso. Grazie a padre Gigi, grazie a chi sente la responsabilità di sostenere la sua lezione ovunque si trovi impegnato, nella famiglia, nella comunità, nel mondo".

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