Cronaca

Legambiente contro il “trasloco” dei diritti edificatori: “Così si tradisce lo spirito della legge”

L'associazione ambientalista attacca duramente l'accordo tra Gandellino, Berbenno e Arcene per la costruzione di un data center su aree agricole: “Un precedente pericoloso che apre la strada al consumo di suolo selvaggio”.

Legambiente contro il “trasloco” dei diritti edificatori: “Così si tradisce lo spirito della legge”
Pubblicato:

L'associazione ambientalista attacca duramente l'accordo tra Gandellino, Berbenno e Arcene per la costruzione di un data center su aree agricole: “Un precedente pericoloso che apre la strada al consumo di suolo selvaggio”.

Il caso Arcene: un data center tra le polemiche

È destinato a far discutere l'accordo siglato tra i Comuni montani di Gandellino e Berbenno e l’Amministrazione comunale di Arcene, nella Bassa bergamasca, per la cessione di 50mila metri quadrati di diritti edificatori a favore della costruzione di un data center in un’area agricola. La scelta di trasferire il potenziale edificatorio da due territori montani a un’area di pianura, mediante lo strumento della perequazione urbanistica intercomunale, ha sollevato l’immediata e dura opposizione di Legambiente, che parla di “snaturamento della norma” e di un “pericoloso precedente”. L’associazione sottolinea come la legge regionale fosse nata per favorire un riequilibrio sostenibile tra territori contigui e simili, e non per creare scambi fittizi tra aree geograficamente e morfologicamente agli antipodi.

“Si tratta – si legge nella nota diffusa da Legambiente il 3 giugno – di diritti edificatori relativi ad aree montane che verosimilmente non sarebbero mai state urbanizzate, trasferiti in zona agricola di pianura già sottoposta a forti pressioni speculative”.

Il PLIS della Gera d’Adda: un territorio fragile sotto attacco

La preoccupazione degli ambientalisti si concentra soprattutto sull’area ovest della stazione ferroviaria di Arcene, all’interno del Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) della Gera d’Adda, dove dovrebbe sorgere il nuovo insediamento. Un contesto già segnato da una dispersione urbanistica e da una progressiva perdita di suolo agricolo, che rischia di essere ulteriormente danneggiato da quella che Legambiente definisce una “cementificazione irreversibile”.

“È inaccettabile – prosegue il comunicato – che uno strumento urbanistico nato per favorire equità e sostenibilità venga ora piegato a logiche speculative, svincolandolo dal principio fondamentale della contiguità territoriale e dell’omogeneità ambientale ed economica”. La denuncia è chiara: la possibilità di trasferire volumetrie edificabili tra montagna e pianura mina alle fondamenta ogni seria politica di contrasto al consumo di suolo, favorendo operazioni che, secondo Legambiente, “tradiscono il senso stesso della pianificazione territoriale responsabile”.

Appello alla Regione: “Fermare questa deriva”

Di fronte a quanto sta accadendo, Legambiente chiede interventi immediati e decisi. Non solo alle Amministrazioni di Gandellino, Berbenno e Arcene, invitate a rendere pubblici i criteri dell’accordo, ma anche a Regione Lombardia e Provincia di Bergamo, affinché si impegnino a vietare espressamente la perequazione urbanistica tra territori non contigui e non omogenei. In gioco non c’è solo un data center, ma la tenuta dell’equilibrio ambientale e normativo di un’intera regione. E la battaglia appena iniziata promette di avere ripercussioni ben oltre i confini della bergamasca.

“Serve una visione coraggiosa e coerente – si legge in chiusura del documento – che metta al centro il paesaggio, l’agricoltura e la qualità della vita. Non possiamo permettere che strumenti pensati per limitare l’espansione urbana vengano utilizzati per giustificare nuove colate di cemento”.

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali