Marino Castoldi, pittore 74enne di Caravaggio, da settimana prossima esporrà per due settimane nell’auditorium di San Bernardino.
Marino e l’amore per Caravaggio
Basti un aneddoto per capire il legame profondo tra Marino e la sua città. Era il 2007 e lui, due anni prima dell’ictus che gli avrebbe cambiato la vita, passeggiava per il museo Thyssen di Madrid, lasciandosi ispirare dai quadri. C’è una Santa Caterina d’Alessandria, nella prestigiosa collezione spagnola, a poche decine di metri dal Prado. Un’opera del Caravaggio la cui descrizione, affissa sulla didascalia esplicativa, lo fece subito sobbalzare. «Michelangelo Merisi, nato a Milano…» recitava la targhetta. Bastò quello. Castoldi si fece subito sentire con la direzione del museo. «A Milano? Stiamo scherzando? Ecco i miei documenti: sono di Caravaggio, la vera città di Michelangelo Merisi» tuonò, sventolando la carta d’identità davanti a un esterrefatto tecnico museale spagnolo. «Cambiate subito questa didascalia».
L’ictus e l’arte
Poco importa se la sua battaglia ebbe esito.
Del resto lui lo sa: le battaglie è importante combatterle, non tanto vincerle. Come quella con la malattia, che da dieci anni lo costringe a quotidiani compromessi, ma che non gli ha spento la voglia di vivere e di dipingere.
Settantaquattro anni, ex operaio per 35 anni all’Invernizzi, Castoldi dipinge da mezzo secolo, racconta. Oltre a essere tra i fondatori del Gruppo artistico nel 1999, ha esposto in diverse personali e collettive in tutta la zona. Autodidatta, cominciò a dipingere copiando gli impressionisti e i pittori francesi: i suoi preferiti? Pizarro tra tutti, ma anche Monet e Cezanne, oltre che Chagall.
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