Cologno al Serio

L'appello di una madre: "Aiutatemi a trovare chi ha picchiato mio figlio"

Il 30enne stava per soccorrere la compagna molestata quando è stato colpito. A un mese dall’aggressione la famiglia chiede aiuto per trovare il responsabile.

L'appello di una madre: "Aiutatemi a trovare chi ha picchiato mio figlio"
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Picchiato selvaggiamente mentre tenta di difendere la compagna molestata per strada a Cologno. E la madre, a un mese dall’aggressione, lancia un appello disperato: «Aiutatemi a trovare chi è stato, chi sa parli, mio figlio rischia un occhio».

Picchiato mentre va in soccorso della sua compagna

Un colpo secco alla testa, forse inferto con una bottiglia. E Sebastian, 30enne residente a Urgnano, è piombato a terra. Poi i calci mentre era sanguinante a terra, l’arrivo dell’ambulanza, dei i carabinieri della Compagnia di Treviglio e il ricovero in ospedale. Una serata di svago che si è invece trasformata in un incubo.
Tutto è accaduto un mese fa, nella notte tra sabato 9 e domenica 10 settembre, durante la «Festa di fine estate», in via Solferino a Cologno, dopo l’1. Si era sparsa la voce di una rissa nei giorni successivi, ma solo adesso è emerso in tutta la gravità l’episodio di inaudita violenza che si è consumato in mezzo alla folla, perché la madre della vittima, Rita Pagani, residente a Paladina, ha deciso di rendere pubbliche le condizioni in cui versa il figlio. No, non è stata la solita scazzottata tra ubriachi, che purtroppo va spesso in scena fuori dai bar durante le feste. Si è trattato di un’aggressione in piena regola, che ha avuto gravi conseguenze.

"Mio figlio potrebbe non recuperare la vista dall’occhio sinistro - ha raccontato la donna, che lavora all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo dove il figlio ha subito un delicato intervento maxillofacciale - e poiché, a distanza di un mese dall’episodio, non è emerso ancora nulla circa il responsabile, non voglio che passi tutto sotto silenzio. Mio figlio non lo ha visto perché è stato colpito all’improvviso mentre andava in soccorso della sua compagna di 26 anni. I suoi amici hanno raccontato che si trovavano fuori dal bar “Vanilla” a magiare un panino con la salamella quando è arrivato un gruppo di 20enni di origine straniera, due di colore e altri magrebini. Uno di loro ha messo la mano sul fondoschiena della compagna di mio figlio e lei ha preso il suo braccio spingendolo via: a quel punto lui ridendo ha spinto un altro ragazzo addosso a lei, facendola cadere. Gli amici di Sebastian, che era poco distante, lo hanno avvertito e lui stava andando a vedere quello che era successo ma non è riuscito nemmeno a raggiungerli. Qualcosa infatti lo ha colpito in pieno volto ed stramazzato al suolo. Devono averlo visto arrivare, è un uomo alto 1,90 per 90 Kg e lo hanno fermato. Lui ricorda un dolore fortissimo alla testa, di non aver più visto dall’occhio sinistro e di aver preso calci al corpo. I suoi amici non appena è finito a terra sono intervenuti il gruppo è fuggito, ma non sanno chi è stato a colpirlo".

La mamma: "Per fortuna non me l’hanno ammazzato"

Sanguinante per via dei tagli tra sopracciglio e palpebra e la frattura del setto nasale, il 30enne è stato soccorso nel vicino bar, ed è stato poi trasportato all’ospedale di Romano.

"Io, mio marito, mia figlia e il suo ragazzo eravamo stati lì fino a una mezz’oretta prima, ce ne siamo andati a un quarto all’una - ha spiegato Rita - Noi siamo tornati a Paladina e lei a casa sua, a Cologno. Aveva appena fatto una doccia quando gli amici di Sebastian l’hanno avvertita dell’aggressione e si è precipitata in ospedale. Lui, che è sempre rimasto cosciente, è stato portato prima a Romano, dove però non c’è una competenza oculistica, poi a Treviglio, dove è rimasto solo un paio di giorni perché lì manca la competenza maxillofacciale, e infine a Bergamo. Il 20 settembre ha subìto un intervento durante il quale i medici hanno inserito una placca al posto dell’osso presente tra naso e occhio, frantumato. Rotto anche il setto nasale".

"Chi ha visto parli"

"C’era tanta gente quella sera, qualcuno sicuramente ha visto chi è stato - ha rimarcato - Ai carabinieri noi abbiamo chiesto il blocco delle immagini del sistema di videosorveglianza e poi mio figlio ha sporto regolare denuncia una volta fuori dal Papa Giovanni XXIII, gli hanno fissato l’appuntamento il 28 settembre".

Sebastian è stato dimesso il 22 settembre con 50 giorni di prognosi.

"È furioso, la sua vita è stata stravolta, per un mese non può fare sforzi e la sua pupilla è rimasta dilatata, con i conseguenti problemi alla vista - ha concluso Rita affranta - vedremo cosa emergerà dai controlli. Anche la sua compagna, con cui convive da oltre un anno, è molto provata psicologicamente per aver assistito all’aggressione senza poter far nulla".

La testimonianza di un residente

Un sabato sera di festa che si è trasformato in dramma, e chi abita in via Solferino sa quello che è successo.

"Durante la “Festa di fine estate” ero in casa e ho sentito un chiasso infernale intorno all’1.30 - ha raccontato un residente - ho guardato dalla finestra per capire cosa stesse accadendo: c’erano almeno 300 persone ammassate, era evidente che si erano pestati. Sono sceso e, dal momento che avevo il telefono scarico, ho chiesto a un’amica incontrata lì di filmare quello che stava accadendo ma soccorritori e carabinieri l’hanno bloccata, cancellando il video. Mi sono avvicinato e ho visto il ragazzo aggredito mentre lo caricavano sull’ambulanza, con il volto coperto di sangue. Si diceva che gli avevano spaccato una bottiglia in faccia... Poi ho notato due nordafricani allontanarsi all’arrivo dei militari a piedi e ho sentito uno rivolgersi all’altro con queste parole: “Vieni via alla svelta perché se ti prendono stavolta ti becchi quattro anni”. Quindi era un pregiudicato. La mia amica ne ha visti altri due allontanarsi in direzione opposta".

Il residente poi si è sfogato.

"Ormai via Solferino è diventata una casbah - ha esclamato - mi sono convinto a chiamare i carabinieri per i continui schiamazzi della gente fuori dai bar nel cuore della notte, tutte le sere. Siamo stati tutti giovani e non sono un rompiscatole, il vociare per strada ci sta ma dopo la mezzanotte la musica a martello dalle casse che fa tremare i vetri anche no. C’è chi va a lavorare, ci sono anziani, malati e bambini piccoli che hanno bisogno di riposare".

La polemica

"È trascorso un mese, mi aspettavo almeno una telefonata da parte dell’Amministrazione comunale, vergognoso - ha obiettato - credo che fosse doveroso informarsi su come sta mio figlio. Peraltro trovo assurdo che si organizzino eventi di questa portata senza poter garantire un servizio di sicurezza".

La prima cittadina Chiara Drago peraltro si associa all'appello della mamma.

"Sono vicina alla famiglia e al ragazzo coinvolto in questa situazione - ha affermato la prima cittadina contattata in merito - Chiedo anche io a chi ha visto qualcosa di riferire alle autorità competenti, in modo da poter accertare le responsabilità ed evitare che simili azioni si ripetano. Sull’episodio è calata subito una coltre di silenzio, tant’è che io stessa ho appreso la gravità della situazione soltanto dall’appello della mamma ai giornali. È fondamentale che chi sa qualcosa aiuti le autorità".

Un’aggressione così violenta ha suscitato la reazione delle opposizioni, che chiedono più attenzione al problema della sicurezza in paese.

"In diversi Consigli comunali il nostro gruppo ha denunciato il problema sicurezza - scrive in un’interrogazione “Cologno Concreta” - la cronaca ha riportato gravi fatti di violenza, accaduti all’interno del centro storico ma le uniche risposte avute dall’Amministrazione sono state che le statistiche collocano il paese sotto la soglia di rischio concreto".

Poi una serie di critiche all'operato dell'Amministrazion e alla fine il gruppo guidato da Massimiliano Del Carro chiede «un elenco di azioni concrete» che si intendono mettere in campo «per garantire alle cittadine una maggiore sicurezza sulle strade a tutte le ore del giorno»; propone nuovamente «di contattare società private e qualificate per discutere con loro l’appoggio alla Polizia locale, nelle ore notturne e durante il fine settimana» e «la possibilità di fornire al cittadino l’accesso ad un’App che possa monitorizzare e presidiare meglio il territorio, nei casi di allarme sicurezza»; infine suggerisce di «contribuire alle spese sanitarie che la famiglia del giovane coinvolto nell’aggressione come dimostrazione concreta di vicinanza del Comune alla vittima».

Non meno dura l’invettiva del centrodestra.

"Il nostro gruppo da diverso tempo segnala il problema sicurezza - fa sapere il gruppo guidato da Marco Picenni - e in più occasioni ha chiesto un maggior impegno dell’Amministrazione, che tuttavia sembra essere sorda anche a questo campanello d’allarme che stiamo facendo suonare. La giunta Drago ha sempre sottovalutato la questione e in tutti questi anni gli uffici della Polizia locale non sono stati valorizzati. Non possiamo accettare che durante una festa di fine estate vengano picchiate delle persone. Siamo vicini alla coppia per quanto ha subìto. Anche noi facciamo appello a tutta la cittadinanza per invitare chi conosce i fatti ad aiutare le Forze dell’ordine per trovare i colpevoli".

 

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