L'animatrice Nicoletta Bellebono saluta i nonni della «Balicco» e va in pensione
Grande festa a sorpresa per salutare ed esprimere immensa gratitudine all'animatrice che si è congedata il primo maggio
Una grande festa a sorpresa per salutare ed esprimere immensa gratitudine a Nicoletta Bellebono, che dopo 20 anni alla Casa albergo «Francesco Balicco» di Martinengo dal primo maggio è andata meritatamente in pensione.
Festa a sorpresa per Nicoletta Bellebono
Dirigenti, colleghi, volontari, ospiti con i familiari, monsignor Paolo Rossi ... Insomma una piccola folla venerdì scorso ha stretto in un caldo abbraccio l’animatrice di Cividate Al Piano che è stata anche l’anima della struttura in tutti questi anni. Un vero punto di riferimento per la comunità, con il suo sorriso e la passione infinita per il suo lavoro, cominciato nel lontano 1978 nella colonia al «Tiro», dove ha trascorso tre anni indimenticabili al servizio dei bambini durante l’estate. Poi la sua storia ha ripreso una svolta significativa nel 1998, quando un amico, Angelo Sporchia, le ha proposto una nuova esperienza professionale come animatrice alla Rsa cittadina. Nonostante tre figli piccoli da accudire, Nicoletta non si è tirata indietro e ha trovato il coraggio di abbracciare questa nuova opportunità. Da quel momento in poi si è impegnata anima e corpo e le iniziative e le attività promosse attraverso i social testimoniano la costante volontà nel migliorare la qualità della vita degli ospiti e dei loro famigliari. Mai si è fermata davanti a una diagnosi, a corpi malati: è sempre andata oltre, cogliendo il linguaggio dell’anima, della vita, della speranza e dei desideri, diventando un vero e proprio pilastro. Generosa e determinata, con una creatività e un’energia capaci di seminare stupore e benessere su visi disegnati dalle rughe. Un vulcano insomma, per cui il lavoro non è stato solo una professione ma una vera e propria vocazione.
"Grazie di cuore a tutti"
"La festa è stata meravigliosa, mi ha riempito di felicità anche se mi sembra di dover morire - ha scherzato con la sua solita verve - Un grazie di cuore a tutti: a chi ha creduto in me e ha reso possibile questo meraviglioso viaggio fin dal 1998, ai volontari per tutto ciò che hanno fatto per me nel corso del tempo, ai nonni e ai loro familiari che mi hanno sostenuto con semplicità, genuinità e disponibilità, i rapporti umani fondamentali, alle colleghe di lavoro che hanno compreso e condiviso il mio modo di essere. Un sentito grazie anche alla mia famiglia, che mi ha sostenuto con vero amore lungo questo percorso, ricordandomi costantemente il vero valore e l’essenzialità della vita, e ai miei angeli custodi, le persone care che sono passate a miglior vita e continuano ad amarmi dall’alto, facendomi sentire il loro affetto e la loro guida".
E adesso? Come impiegherà il tempo senza i suoi amati nonni?
"L’avventura continua - ha detto entusiasta - Ho un meraviglioso progetto che realizzerò presto, dove rivivo e racconto le vite dei nonni che ho incontrato. È un’esperienza così preziosa che non potrà mai svanire, fissata sulla carta che tramanderà le loro storie e il loro amore per sempre. Il lavoro alla Rsa ti avvolge, non ti abbandona mai. È una missione che va al di là delle semplici timbrature del cartellino, perché in gioco ci sono vite umane. Da mesi sono in attesa di qualcuno a cui passare il testimone. Non può esserci, per il bene degli anziani, chi si limita a dedicare solo il tempo avanzato. La parola “residuo” non deve avere spazio in questa cura. Ognuno di loro merita rispetto e dignità".
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