Urgnano

L'addio a Walter Scarpellini, la moglie: "Se n'è andato nella sua casa, la montagna"

Domani mattina i funerali nella parrocchiale, poi la sepoltura a Zanica, suo paese di origine.

L'addio a Walter Scarpellini, la moglie: "Se n'è andato nella sua casa, la montagna"
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Fissata la data dei funerali di Walter Scarpellini, il 42enne alpinista deceduto domenica in Svizzera. Saranno celebrati domani mattina, venerdì 30 giugno, nella chiesa parrocchiale di Urgnano, quindi il feretro sarà tumulato nella cappella di famiglia a Zanica.

La salma di Walter Scarpellini tornata in paese

Il rientro dalla Svizzera si è dimostrato più complicato del previsto e la salma del 42enne papà di Greta, una ragazzina di 13 anni, è tornata in paese mercoledì. Composta all'obitorio di Bergamo arriverà in paese per i funerali che saranno celebrati domani, venerdì, alle 9.30 nella chiesa parrocchiale, partendo dall'abitazione di via Dalla Chiesa. Scarpellini, infatti, aveva vissuto in paese fino a poco tempo fa, con la moglie Raffaella Bonalumi, di Fara d'Adda. Insieme erano andati a vivere nell'ultimo complesso realizzato dal padre di Walter, un impresario edile di Zanica, dietro la caserma dei carabinieri. In tutto 15 anni di matrimonio e sei di fidanzamento. Poi la nascita della figlia e di recente una crisi: la coppia però si era lasciata in ottimi rapporti. Dopo le esequie il 42enne verrà cremato e poi tumulato nella cappella di famiglia, accanto al papà.

La moglie: "Era uno stambecco, la montagna era la sua casa"

Non uno sprovveduto Scarpellini, ingegnere edile che la montagna ce l'aveva nel sangue e l'aveva frequentata fin da ragazzo, infatti la famiglia aveva una casa in Valtorta, ma certo era uno che amava le sfide e lo smisurato amore che aveva per le vette lo spingeva sempre più in là.

"Un pendio di 50 gradi per lui era come fare una passeggiata - ha raccontato Raffaella, determinata a non lasciarsi andare - le difficoltà diceva che cominciavano dai 70 gadi in su, quindi per lui quel tratto era "tranquillo". Se riteneva di non legarsi non lo faceva, si sentiva più sicuro sulla cresta di un monte che nemmeno sul marciapiede... Era uno stambecco. Anche io e mia figlia siamo andate spesso con lui, ma l'alpinismo estremo lo aveva scoperto nel 2018, quando aveva appeso i guantoni di portiere di calcio a 5 al chiodo. Mirava ai 4000 metri, questa era la 41esima vetta. Un vero devoto alla montagna. Amava aprire vie nuove nella scalata, documentava il tragitto in modo preciso con delle fotografie e poi le pubblicava sui social in modo che chi fosse interessato potesse intraprenderle".

Un volo di 600 metri

Sul massiccio Gran Combin Scarpellini era salito insieme a due amici, Josef  Caccia e Melissa Iron Paganelli, nessuno di loro era legato.

"Mi ha avvertito Melissa di quanto era successo - ha continuato Raffaella, con i suoi occhi azzurri cielo velati di tristezza - Mi ha detto che si erano fermati e Walter aveva scattato qualche foto, quindi una volta messo via il cellulare si era accodato a loro due. Lei poco dopo ha sentito un rumore che chi ama l'alpinismo conosce bene, quello che fanno i ramponi quando invece di far presa franano... si è girata e lo ha visto scivolare giù, un volo di 600 metri lungo il pendio. Hanno chiamato immediatamente i soccorsi e quando hanno recuperato Walter era ancora vivo, ma non parlava".

La situazione è peggiorata durante il trasporto in ospedale a Sion.

"Lo hanno rianimato per sette ore ma poi è arrivato un arresto cardiaco - ha affermato - Quando lo ha visto il chirurgo ha trovato la cassa toracica compressa, il cuore lesionato.... c'erano lesioni anche cerebrali. Cadendo ha ricevuto colpi tremendi dappertutto. Quando sono in ospedale arrivata era già spirato, l'ho visto e.... Ha deciso di prendere il volo nella sua casa, la montagna, viveva per l'alpinismo".

"Se doveva morire voleva che che accadesse in montagna"

Scarpellini sapeva che ogni volta che affrontava le sue amate vette il rischio di non tornare era concreto.

"Mi ha sempre detto che se doveva morire sperava che accadesse in montagna - ha rammentato - Io ho pregato il Signore che fosse il più in là possibile nel tempo ma che andasse così, come voleva lui, non doveva scombinare i suoi programmi... Sentivo nel mio cuore che prima o poi sarebbe capitato: amava tanto il rischio. Più si spingeva in là e più voleva andare ancora oltre. Quando partiva di notte io mi alzavo sempre con lui, per salutarlo.... Sapevamo che poteva essere l'ultima volta. Quando si ha una passione l'adrenalina porta alla sfida e si vive per quella, non tanto con gli altri ma con se stessi. Lui era meticoloso e controllava tutto, ma era consapevole dei rischi che inevitabilmente correva. Sosteneva che ce ne sono di due tipi: quello soggettivo, legato all'errore umano, e quello oggettivo, legato alla montagna. Quest'ultimo "cammina sempre al tuo fianco e quando ti incrocia è il tuo destino", diceva. Io so che lui non ha sbagliato, la montagna l'ha chiamato a sé..."

L'ultimo incontro mercoledì 21 giugno

La coppia era separata consensualmente da poco, ma i rapporti erano rimasti buonissimi.

"Mercoledì della scorsa settimana ci siamo visti per l'ultima volta - ha detto - con l'angoscia nel cuore - mi ha detto delle cose bellissime, e anch'io a lui. Ci sono state cose fra di noi che gli ho perdonato e l'ho ringraziato perché mi ha fatto rinascere: facendo la scelta di andare via mi ha dato modo di riscoprirmi, dopo 14 anni in cui ho fatto solo da moglie e da madre senza più pensare a me stessa.  Ho accusato il colpo all'inizio ma poi abbiamo elaborato la cosa insieme e abbiamo mantenuto un bel rapporto per noi e per nostra figlia. Lei è una ragazzina ferma e schietta, le ho sempre insegnato ad affrontare tutto a testa alta e di petto, deve metabolizzare l'accaduto e ripartire. La morte è una ma la vita bisogna viverla ora. L'accaduto segna tutti coloro che lo amavano, ognuno si guarda dentro ed elabora a modo suo. Io ho gridato e mi sono sfogata buttando fuori tutto, adesso sono pronta a sostenere mia figlia e mia suocera Irene. Un figlio è un figlio... ".

Walter lascia anche tre fratelli Rossano, Elena e Massimo.

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