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L’Acos strappa lo stadio alla Trevigliese

Il bando vede perdente la storica società fondata nel 1907 . «Ma faremo ricorso al Tar»

L’Acos strappa lo stadio alla Trevigliese
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Storica rivoluzione nello sport cittadino: sarà l’«Acos Treviglio Calcio»  a gestire il rinnovato stadio comunale «Mario Zanconti» di via Milano, sino al 31 agosto 2026. La società giallonera del presidente Stefano Viganò ha strappato al «Circolo Sportivo Trevigliese», la storica società di calcio cittadina fondata nel 1907, la gestione dell’impianto - che da quest’anno ha un fondo in erba sintetica e un nuovo impianto di illuminazione - che la società biancoceleste, guidata dal presidente Carlo Cariboni, ha gestito negli ultimi cinque anni.

Il bando pubblico per lo stadio comunale "Mario Zanconti"

Questo l’inatteso esito del bando pubblico indetto dal Comune per affidare la gestione dello stadio, al quale entrambe le società calcistiche cittadine hanno partecipato e che ha visto l’Acos ottenere un punteggio superiore - 70 punti per l’offerta tecnica e 30 per quella economica (con un’offerta al ribasso del 41%, 14.160 euro, sulla base d’asta di 24mila per i quattro anni) - rispetto ai «cugini» della Trevigliese, che hanno ottenuto 51,25 punti di offerta tecnica e 24,15 per l’offerta economica (un ribasso del 33% pari a 16.080 euro).

"Non potevano partecipare a quel bando"

La Trevigliese, però, non ci sta ad incassare la «sconfitta» e preannuncia ricorso al Tar di Brescia contestando quello che secondo il direttivo biancoceleste è un criterio che manca all’Acos e che non le avrebbe permesso di prendere parte al bando stesso. «Il bando prevede che tra i criteri per partecipare al bando il soggetto avesse “esperienza maturata nella gestione di impianti analoghi (allo stadio, ndr) a favore di enti pubblici o privati per un periodo superiore a tre anni” - ha commentato il vicepresidente della Trevigliese Pinuccio Redaelli - Un criterio che secondo noi all’Acos manca e senza il quale non avrebbe avuto diritto a partecipare. Hanno portato come esperienza di gestione quella del campetto di calco dell’oratorio San Pietro, ma non si tratta proprio di un impianto “analogo” allo stadio Zanconti. Il campo, infatti, non è omologato dalla Federazione e in questi anni non è stata giocata nessuna partita ufficiale. Lì l’Acos ha fatto gli allenamenti, senza pagare nulla immagino in cambio della manutenzione ordinaria. La Trevigliese ha deciso di affidarsi ad un legale per andare in fondo a questa vicenda e, secondo l’avvocato, c’è la possibilità che nel giro di quindici giorni il tribunale amministrativo si pronunci. E confidiamo di poter vincere il ricorso».

La gestione "vita natural durante", ma...

In caso contrario la Trevigliese sarà costretta a «traslocare» dall’impianto sportivo di via Milano dove ha la sua sede, zeppa di coppe e trofei, nonché gli uffici di segreteria. «Siamo al 25 agosto e, dopo che è stato assegnato il bando, ci è già stato chiesto di sgomberare la sede e il magazzino, dove abbiamo tutto il materiale tecnico delle nostre formazioni, entro i primi di settembre - ha concluso il dirigente della Trevigliese - Come si fa? Dove andremo a metterli? Sono sempre stati lì sin dal 1944 quando l’allora presidente del Circolo Sportivo Trevigliese Monfrino investi sull’impianto 300mila lire per realizzarvi la tribuna e gli spogliatoi e, in cambio, il Comune accordò alla società lo stadio “vita natural durante”, cioè sin quando la Trevigliese fosse esistita, a una lira simbolica l’anno. Un accordo che venne fatto decadere dall’Amministrazione nel 1984».

 

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