La trevigliese Guia Termini espulsa dal M5S: "In questi anni ho sempre votato come mi è stato indicato, ma c'è un limite"
"In questi anni ho sempre votato come mi è stato indicato, ma c'è un limite a tutto" ha detto la deputata grillina. "I valori del M5S restano dentro di me, non sarà un'espulsione a cancellarli".
C'è anche la trevigliese Guia Termini, portavoce alla Camera del Movimento Cinque Stelle, tra i sedici deputati pentastellati che giovedì non hanno votato la fiducia al nuovo governo di Mario Draghi, in dissenso con la linea del partito tracciata dalla votazione online su Rousseau. Un dissenso che è costato l'espulsione per la grillina trevigliese, all'interno di un partito che dopo la caduta del Conte bis è andato letteralmente in frantumi.
"Questo Governo non è paragonabile ai due precedenti che si erano basati su un accordo politico e un dialogo - ha argomentato venerdì in un post su Facebook Termini - È una scatola chiusa, con dentro tecnici e partiti che hanno visioni diametralmente opposte e avranno tutti la pretesa di incidere".
Unità nazionale andava trovata in un governo politico
"Se posso capire l’ottimismo di chi stava in opposizione fino ad un mese fa e la fiducia che hanno deciso di riporre su una figura molto vicina a loro, non riesco a concepirlo dalle ex forze di maggioranza, soprattutto dal Movimento che ha sempre parlato di centralità del parlamento ma ora sostiene che per difendere i propri provvedimenti si debba essere per forza al governo - ha continuato la parlamentare, eletta nel 2018, nel suo lungo post sul social network - L’Unità nazionale su certi temi come il Recovery plan e il piano vaccini si sarebbe dovuta trovare senza far perdere a tutti più di un mese, con una formula che permettesse alla maggioranza politica di poter portare avanti in parlamento anche altri temi, primo su tutti la legge sul fine vita che per ovvi motivi si arenerà, di nuovo. Non credo che il bene del paese sia avere una maggioranza bulgara, le argomentazioni e i tentativi di rassicurarmi che ho sentito in questi giorni non sono sufficienti per me".
Quei "Sì" poco convinti e i dissapori con il M5S
"In questi anni ho sempre votato come mi è stato indicato e se da un lato sono stata fiera di alcuni traguardi raggiunti, non posso nascondere di essermi trovata in estrema difficoltà in altri casi" ha proseguito la deputata, spiegando che finora da parte sua l'obbedienza alla linea ufficiale del Movimento non era mai stata tradita, sia durante il governo giallo-verde che durante il governo giallo-rosso.
Un'assoluta fedeltà confermata dai numeri. Presente in aula per il 97% delle votazioni, Termini ha infatti votato contro le indicazioni del partito soltanto otto volte, finora, su circa 7500 votazioni: lo 0,11% del totale secondo i dati di openpolis.it
Il No a Draghi
Termini non entra in rilievi programmatici: il no, a quanto emerge, sembra essere motivato da una questione di metodo. "C’è un limite oltre il quale ognuno di noi non può andare ed è quello che è successo a me ieri (giovedì, ndr). Ho provato inutilmente per giorni a convincermi di dover seguire l’indicazione degli iscritti ad un quesito che ritengo illusorio e che per questo non riesco a considerare vincolante. La democrazia diretta dovrebbe basarsi su un’informazione consapevole, imparziale e completa, altrimenti zoppica. Non è più politica, è religione. Non mi sento più “grillina” di chi ha votato sì, ma neppure meno. I principi e i valori del Movimento sono dentro di me, non sarà un’espulsione a cancellarli".
Quaranta espulsi
Sono una quarantina, al momento, gli espulsi dal partito dopo la frattura sulla fiducia di venerdì. Intanto, sta girando la lettera firmata dal capogruppo M5S alla Camera Davide Crippa, che comunica ai parlamentari l'espulsione. "L'attività del gruppo parlamentare Movimento 5 stelle è informata ai principi di partecipazione trasparenza e responsabilità nell'ambito della leale collaborazione tra i suoi componenti. Dal resoconto della seduta dell'assemblea di giovedì 18 febbraio - vi si legge- risulta che tu abbia votato in difformità dal gruppo in occasione della mozione di fiducia al governo Draghi. Tale fatto oltre a denotare il mancato rispetto delle decisioni assunte dagli iscritti con la votazione in rete e, conseguentemente, dagli organi del Movimento pregiudica l'immagine l'azione politica del nostro gruppo parlamentare. Pertanto - prosegue - su indicazione del capo politico dispongo sentito il comitato direttivo la tua immediata espulsione dal gruppo parlamentare Movimento 5 Stelle senza ratifica degli iscritti ai sensi dell'articolo 21 dello Statuto".
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