La droga ai tempi del Covid-19: la pandemia aumenta il rischio di ricadute
Parla il presidente dell'Aga Enrico Coppola. "Così abbiamo tenuto il virus fuori dalla comunità".
Droga, nella Bassa la pandemia ha portato molti tossicodipendenti a tornare a farsi, magari dopo un periodo di astinenza. L'allarme viene dal presidente dell'Aga, Associazione genitori antidroga di Pontirolo, Enrico Coppola.
La comunità Aga: zero contagi
Una scialuppa di salvataggio, anche nel mare agitato dal Covid-19. L'«Aga» (Associazione genitori antidroga) ha resistito e ha saputo arrivare in porto, in mezzo a una situazione complicata, organizzandosi, programmando con attenzione la quotidianità. «Zero casi di infezione, sia tra i ragazzi ospiti sia tra gli operatori della comunità adulta residenziale, che conta 45 persone, mentre abbiamo registrato un solo caso di un operatore in forza alla comunità dei minori (che ha 9 ospiti), qui accanto; questo in un anno – ha detto Enrico Coppola, presidente dell'associazione – Nelle ultime settimane siamo stati vaccinati tutti, tranne i minori; almeno con la prima dose. Ma le misure di controllo, tracciamento di chi entra o esce, e di monitoraggio non diminuiscono».
La "bolla" per non fare entrare il virus
«I primi tempi, li ricordo ancora, furono duri, aspri, non si sapeva nulla, c'era un po' di panico – ha raccontato Coppola – I rapporti costanti con l'Ats, la ricerca dei dispositivi di protezione, delle mascherine, dei guanti, degli igienizzanti; tutto a nostre spese. Ma ce l'abbiamo fatta: abbiamo chiuso con l'esterno, riorganizzato gli spazi, stabilito delle procedure per i candidati a rimanere qui». «Il tampone d'ingresso, la quarantena obbligatoria, il nuovo tampone e un test sierologico – ha spiegato il presidente – Non posso nascondere che alcuni abbiano fatto molta fatica, abbiano abbandonato anche, per poi tornare magari. Nell'isolamento, nel distanziamento sociale obbligato, lontano dalle sostanze, certi fantasmi ritornano, le paure, le angosce. Abbiamo vissuto momenti duri, con alcuni ragazzi; per loro, ma anche per noi, per i nostri operatori». Sin dai primi tempi, tuttavia, la riorganizzazione dei rapporti con l'esterno ha posto al centro le comunicazioni digitali o telefoniche con i parenti e gli amici.
La lenta ripartenza
«E a oggi è ancora così – ha detto ancora Coppola – Dopo avere mantenuto le porte chiuse sino all'estate scorsa, abbiamo ripreso lentamente a riattivare gli inserimenti lavorativi: la mancanza di rapporti con l'esterno aveva avuto un peso significativo per alcuni, pur consapevoli dei rischi. Dopo la preparazione, la seconda fase della terapia, di norma, prevede l'inserimento nella società con percorsi guidati. Non poter uscire ha causato crisi; spesso difficili da gestire. Tuttavia, molti ragazzi, sentendo che cosa stava accadendo fuori, qui si sentivano protetti, al sicuro».
«Aga» gestisce anche un «Servizio Multidisciplinare Integrato» (Smi), aperto nel 2010. Dal 2015 ha sede a Treviglio.
Come è cambiato il consumo di droga con il lockdown?
Il lockdown e le successive restrizioni dello scorso anno probabilmente hanno giocato un ruolo nell'aggravamento di situazioni di fragilità o nel ritorno di episodi di dipendenza dopo periodi di astensione. A dirlo, anche, alcuni studi pubblicati nel corso dei mesi, a livello nazionale e internazionale. «È difficile fare statistiche, dare numeri, ma ci sono stati casi, certamente – ha sottolineato Coppola – Non saprei dire se ci siano storie di dipendenze direttamente nate nel periodo del lockdown, improvvisamente, senza alcun precedente. Di certo, le particolari condizioni, l'incertezza, la paura, il disagio hanno riportato molti al consumo di sostanze, dopo magari periodi di astinenza, oppure hanno precipitato situazioni sul limite. Ogni anno, tante persone iniziano per vari motivi a consumare e a "sperimentare": i numeri, non solo quelli del 2020, parlano chiaro». E sulle tipologie delle sostanze, pare non ci siano significativi spostamenti sulle cosiddette «nuove droghe», a scapito delle vecchie. Al di là dei clamori di una certa comunicazione pubblica.
Scendono i prezzi e l'età della prima dose
«Eroina, cocaina, amfetamine, cannabis – ha illustrato ancora Coppola – Queste sono le sostanze che per lo più si registrano, poi certo ce ne sono anche altre, ma in misura decisamente minore. E i numeri sono seri. L'età tende ad abbassarsi, con l'andare del tempo. I prezzi si sono ridotti, e l'accesso è diventato più facile. Vediamo casi di abuso da sostanze pesanti (magari miscelate a sostanze più soft, per potenziarle) anche in ragazzi delle scuole medie».
Entro l'estate sarà presentato il rapporto promosso da «Aga» in collaborazione con l'Istituto Mario Negri, e con il contributo di «Cogeide Spa» (società che gestisce il depuratore di Mozzanica) e del Comune di Caravaggio. Lo studio, ancora una volta, come nelle precedenti occasioni, si concentra, grazie a un metodo d'analisi sviluppato dall'Istituto Mario Negri, sulle acque reflue confluite al depuratore, nel territorio della Bassa Bergamasca, per misurare in qualità e quantità le sostanze illecite presenti nelle urine degli utilizzatori.