La Corte dei conti tira le orecchie all'ex sindaco Veronica Salvoni
Risale a luglio 2014 l'errore dell'allora sindaco Salvoni, ora consigliere di minoranza. Oggi si difende dicendo che fu fatto per il bene del Comune.
A Pumenengo i conti non tornano. E a segnalarlo è stato proprio la sezione regionale per il controllo contabile, la Corte dei conti. Il motivo della segnalazione sarebbe un’irregolarità avvenuta nel luglio 2014, quando sindaco era allora Veronica Salvoni. Di fatto per il Comune, il fatto non comporta gravi conseguenze, senon uno «smacco alla reputazione».
Il perché della segnalazione
Questo è il commento degli attuali amministratori. La causa di tutti i mali va ricercata nella decisione, da parte della Salvoni, di estinguere anticipatamente i 4 mutui contratti con la Cassa Depositi e Prestiti. Tale scelta è avvenuta con il parere contrario del revisore dei conti, che aveva ritenuto allora l’estinzione anticipata un grave errore. Ora 3 anni più tardi, quel giudizio è risultato essere veritiero.
Parla l'attuale sindaco
«Per il Comune di Pumenengo – ha commentato il sindaco Mauro Barelli – questo è uno smacco di non poco conto. Sono stato chiamato dalla Corte dei conti per discutere dell’estinzione dei mutui e grazie alla nostra difesa siamo riusciti a risolvere la faccenda al meglio. Infatti, abbiamo evitato una sanzione economica, l’unica disposizione che dobbiamo eseguire è la lettura di un richiamo di fronte al Consiglio comunale, dove si ammonisce verso più attenzione».
La replica della Salvoni
A dare però la sua versione dei fatti ci ha pensato l’ex sindaco Salvoni, responsabile dell’«erroraccio». «La mia decisione non ha portato né ad una sanzione né ad un danno erariale – si è difesa la Salvoni – e grazie alla mia scelta abbiamo portato vantaggi al Comune in termini di risparmio di quasi 17mila euro di interessi non dovuti, sebbene abbiamo pagato il rituale indennizzo di 6mila euro». La segnalazione da parte della Corte dei conti è arrivata in seguito ad un’irregolarità a livello formale e di rispetto dei tempi. Per l’estinzione dei mutui, su consiglio dell’allora segretario, la Salvoni avrebbe usufruito dell’avanzo di Bilancio, che ammontava a 400mila euro circa.
Un'irregolarità contabile
La scelta fu presa quando il Bilancio di previsione non era pronto e si era ancora in esercizio provissorio. Era quindi consentito affrontare solo spese correnti ( in pratica quelle obbligatorie). L’irregolarità sta proprio qui, perché l’estinzione dei mutui non rientra in questo tipo di spese. «Ero conscia di questa sottigliezza – ha detto la Salvoni – solo che se avessi aspettato il Bilancio previsionale non avrei più potuto estinguere il mutuo. Ho scelto cosa era più conveniente al Comune. Fa nulla se una settimana più tardi il Bilancio era pronto. Forse la vera anomalia è che la Corte dei conti faccia le sue considerazioni tre anni dopo».