Morengo

La corte d'appello dimezza la condanna: 11 anni di carcere a Sandra Fratus per l'omicidio del compagno

La sentenza della Corte d'Appello ha riconosciuto le attenuanti generiche come prioritarie rispetto alle aggravanti.

La corte d'appello dimezza la condanna: 11 anni di carcere a Sandra Fratus per l'omicidio del compagno
Pubblicato:

La 53enne morenghese Sandra Fratus, inizialmente condannata in primo grado a 21 anni di carcere, ha visto quasi dimezzata la sentenza dalla Corte d'Appello per l'omicidio del compagno, 30enne all'epoca dei fatti, Ernest Emperor Mohamed.

L'omicidio di Morengo

L'omicidio di Ernest Emperor Mohamed è avvenuto il 25 novembre 2022, nella giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. A togliergli la vita una sola coltellata, dritta al cuore, da parte dell'allora compagna Sandra Fratus, all'interno della cucina dell'abitazione di via Umberto I nella quale la coppia viveva da alcuni mesi. Sconvolta dall'accaduto, dopo aver accoltellato il compagno che la stava aggredendo, Sandra ha subito chiamato i soccorsi, ma per Ernest non c'è stato nulla da fare. Arrestata, la Fratus è stata condannata in primo grado a 21 anni di carcere.

La Corte d'Appello dimezza la sentenza

Nella giornata di ieri, venerdì, si è però espressa la Corte d'Appello, che ha evidentemente considerato prevalenti le attenuanti generiche e i maltrattamenti subiti dalla donna nel corso degli anni. In attesa che vengano rese note le motivazioni della sentenza, infatti, è stato preannunciato che la Fratus dovrà scontare non più 21, ma "solo" 11 anni di carcere. Soddisfatti anche i legali della donna, Vanessa Bonaiti
e Pietro Ferrari, che hanno accolto con favore il ridimensionamento della condanna.

I precedenti di violenza domestica

Sandra e Ernest si erano conosciuti in treno, nel 2017. Per un po’ si erano frequentati. Poi lui se n’era andato in Francia. Dopo cinque anni era tornato in Italia e dal maggio dello scorso anno i due avevano ripreso la loro relazione. Una convivenza complicata, a dire il vero. Litigi, abbandoni e ritorni. E poi la violenza fisica. Lui alzava le mani spesso. Sandra era finita più volte in pronto soccorso. Due nel 2018, una nel 2019, una nel 2020, due nel 2021, ma non l’aveva mai denunciato. Solo una volta ammise di essere stata aggredita, ma non fece alcun nome. Il figlio della donna, 24 anni, ha testimoniato di averla accompagnata in ospedale in diverse occasioni. Secondo lui, proprio in seguito alle violenze dell’uomo. Una volta, poi, di passaggio con un amico, avrebbe persino visto il nigeriano mentre la colpiva. Certo è che nei sei mesi antecedenti il delitto, i carabinieri sono intervenuti in via Umberto I per tre volte. Chiamati dai vicini di casa della coppia, preoccupati dalle urla che arrivavano dall’appartamento al primo piano.

La ricostruzione di quel 25 novembre

Quella mattina, Ernest Emperor esce di casa presto. Va a Novara per l’esame della patente. Lei in giornata lo chiama al cellulare, ma lui non risponde. Rientra verso le 22, visibilmente alticcio. Fra i due scoppia l’ennesima discussione, stavolta per un caricatore del cellulare che non si trova. Lui perde il controllo. Prende a calci un calorifero, distrugge un armadio. Poi butta la donna sul letto e le dà uno schiaffo. Lei davanti al giudice racconterà che, oltre al dolore, temeva che le avesse rotto gli occhiali: "C’erano voluti tanti sacrifici per comprarli". E allora Sandra prende il coltello dal tavolo su cui aveva preparato la cena per entrambi e, d’istinto, colpisce il nigeriano. Sandra però si pente subito di quanto ha fatto. Con il figlio appena arrivato nell’appartamento cerca di tamponare la ferita. Provano un disperato massaggio cardiaco. Chiamano i soccorsi, arrivano anche i carabinieri. Ma per Ernest ormai non c’è più nulla da fare.

Seguici sui nostri canali