"La chiamano Industria del Verde", presentata un’interrogazione parlamentare contro la logistica
Il progetto del nuovo polo a Isso rischia di compromettere un’area estesa, paragonabile a otto campi da calcio.
Il progetto del nuovo polo a Isso rischia di compromettere un’area estesa, paragonabile a otto campi da calcio.
Nuovo polo nell'Industria del verde
Un altro grande capannone della logistica plana sulla pianura bergamasca, per la precisione nel comune di Isso. Il terreno in questione è di proprietà della Mia di Bergamo, la Misericordia Maggiore. L’area misura oltre 47 mila metri quadrati, ovvero quasi cinque ettari, cinque campi da calcio regolamentari. Una bella fetta di campagna che se ne va. Per la verità, già i vecchi piani di governo del territorio prevedevano su quell’area un insediamento produttivo per lo sviluppo industriale, ma non se ne era fatto nulla anche a causa della crisi del 2008. Negli ultimi tre anni in tutta la zona vicina alla Brebemi si è però scatenata la caccia agli spazi per costruirci magazzini, capannoni al servizio della logistica. A Isso era prevista una zona di espansione che era denominata "Industria nel verde", zona inserita nel piano regolatore del 2005. Un grande comprensorio di ben 280 mila metri quadrati (più di trenta campi da calcio): la metà era destinata a verde, una parte sarebbe diventata il cimitero del piccolo paese della Bassa. La fondazione Mia di Bergamo ha avviato le procedure per insediare nella sua proprietà un capannone della logistica. La richiesta si era arenata per ragioni burocratiche, ma nel giugno scorso erano state risolte dal Comune. La zona è piuttosto ambita dalle società di distribuzione e trasporto anche perché si trova tra le statali 11 e 591, a duecentocinquanta metri dal casello Brebemi di Fara Olivana.
Interrogazione parlamentare
Ad opporsi , fin dall’annuncio del progetto sono stati gli attivisti e vertici di «Alleanza Verdi e Sinistra». Devis Dori deputato Alleanza Verdi e Sinistra, Luca Maria Valcarenghi candidato sindaco a Romano , Oriana Ruzzini e Giuseppe Canducci Coportavoce provinciali di Europa Verde Bergamo hanno elaborato un documento che è diventata un’interrogazione parlamentare. Il punto focale contestato è che nel progetto è previsto anche lo spostamento di un fosso di proprietà del demanio statale.
"Ho depositato un’interrogazione parlamentare indirizzata al Ministro dell’Ambiente – ha detto Devis Dori - per chiedere di interloquire con tutti i soggetti coinvolti nel progetto del nuovo polo di logistica di Isso, in primis con il Comune di Isso e la Fondazione Mia. - Desta particolare stupore, infatti, che la Fondazione Mia abbia scelto di vendere un proprio terreno con lo scopo di realizzare capannoni e, quindi, consumo di suolo nella bassa bergamasca. L’ambiente e la salute dei cittadini, quindi, vengono messi all’ultimo posto e, certamente, dopo gli interessi di qualche privato".
Senza cimitero
Eppure nel comprensorio denominato "industria nel verde" previsto dal PGT di Isso, nel quel rientrano anche i 75mila metri quadrati di proprietà della Mia, era prevista la realizzazione di un cimitero.
"Ho ritenuto doveroso investire della questione il Ministero dell’Ambiente anche perché, come si legge sul sito della Mia, il progetto coinvolgerebbe anche il fosso “Benzoni”, proprietà del Demanio Pubblico dello Stato. Addirittura si afferma: “Tale iter verrà concluso previa realizzazione delle opere di spostamento del tracciato del fosso, l’avvenuto collaudo idraulico del nuovo tracciato e la consequenziale dismissione del tratto di fosso demaniale” (https://www.fondazionemia.it/it/documenti). - ha detto Devis Dori - Quindi si parla di sdemanializzazione del fosso e già questo in sé è motivo di preoccupazione, soprattutto perché non stiamo parlando di opere pubbliche di interesse collettivo, ma di interessi economici privatistici. In più, per il mero profitto, si sposterebbe il tracciato del fosso con la realizzazione di un nuovo tracciato. Davvero incredibile. Spero che la Fondazione Mia ci ripensi, sono ancora in tempo per evitare un errore".
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