La bolletta folle di "Padana" da 71mila euro al mese: +478%
È l’incredibile, surreale situazione in cui si trova la lavanderia industriale «Padana» di Bariano, gestita dalla famiglia Pisacane.
Da 12mila a oltre 71mila euro al mese di gas. E non è un errore marchiano dell’azienda distributrice, come quelli che fanno sorridere, quando finiscono nel novero delle curiosità della cronaca. È l’incredibile, surreale situazione in cui si trova la lavanderia industriale «Padana» di Bariano, gestita dalla famiglia Pisacane. Confrontando le bollette dei consumi del luglio di quest’anno, arrivata lunedì negli uffici di via Veneto a Bariano, con la fattura del luglio precedente, il paragone è impietoso: +478%. La causa, naturalmente, è l’impennata del costo del metano, legata a doppio filo con la guerra scatenata dalla Russia in Ucraina.
Padana: 45 dipendenti, clienti in tutto il Nord
Una mazzata micidiale, per l’azienda barianese - 45 dipendenti - che rifornisce ogni giorno centinaia di ristoranti, pizzerie e alberghi in tutto il Nord Italia di tovaglie, tovaglioli, e lenzuola pulite e stirate.
«Quando è arrivata la bolletta non potevamo crederci - è lo sfogo di Andrea Pisacane, che facendosi portavoce della famiglia chiede ora interventi seri e celeri, alla politica nazionale ed europea - Sapevamo ovviamente che il prezzo del gas stava aumentando, e già da un anno più o meno notavamo incrementi costanti, ma non eravamo mai arrivati a tanto».
Metano a 1,92 euro al metro cubo: era 0,20 nel luglio ‘21
I numeri sulla fattura emessa da «A2A» sono impietosi: il metano è costato il mese scorso ai Pisacane, per la sola lavanderia di Bariano, 1,92 euro al metro cubo. È proprio il costo puro della materia prima, a fare il grosso della bolletta: vale da solo oltre 64mila euro. Aggiungendo le spese per il «trasporto» e le tasse si arriva al totale di 71mila 510 euro. Da pagare entro l’8 settembre.
Lo scorso anno, nello stesso mese di luglio, il prezzo al metro cubo per la stessa utenza era invece di 0,20 euro: avevano consumato persino qualche migliaio di metri cubi di metano in più, gli addetti della «Padana», ma solo un anno fa il mensile della spesa per la materia prima arrivava a «soli» 7918 euro. Trasporto, oneri e tasse portavano il totale della bolletta a 12mila 371 euro. Un aumento del 478%, che è diventato ormai la seconda voce di bilancio, nella grande azienda da 45 dipendenti che si trova nella zona industriale di Bariano.
«È paradossale, e pensare che abbiamo anche consumato un po’ meno gas rispetto allo scorso anno - continuano i Pisacane - Ma quel prezzo al metro cubo, oltre 1,9 euro, non l’avevamo mai visto e non avremmo mai immaginato di doverlo pagare».
Impossibile programmare
E ora?
«Cosa dobbiamo fare... Dovremo tirare la cinghia, ma comunque, dovremo aumentare i prezzi dei nostri servizi - continua Pisacane - E la cosa certamente non ci fa piacere: l’abbiamo già dovuto fare nei mesi scorsi, e non è possibile lavorare in questo modo, senza un minimo di programmazione possibile».
Anche sul fronte del risparmio energetico c’è poco da fare: la «Padana» si è già dotata sei anni fa di un potente impianto fotovoltaico da 250 kilowatt, ma sono ben altre le potenze necessarie a scaldare l’acqua per le lavatrici industriali e i ferri da stiro che servono ad un’azienda che rifornisce giorno dopo giorno centinaia di ristoranti, alberghi e strutture ricettive di ogni tipo in 11 province del Nord Italia, dal Piemonte all’Emilia Romagna. Il gas resta necessario, e insostituibile, per attività di questo genere.
«Nel nostro settore si “vive” di gas metano, e proprio per questo è indispensabile che ora si intervenga a livello politico».
«Blocco al prezzo: l’unica via»
Come?
«In Europa si sta parlando di un blocco del prezzo del gas - prosegue - Credo sia l’unica soluzione, in un momento in cui la speculazione sulle incertezze legate alla Russia e all’Ucraina è evidente. Il mio appello è che la politica cerchi di risolvere il problema, altrimenti saranno guai».
E non solo per le aziende.
Famiglie a rischio
«Se aumenti di questo tipo fanno ovviamente male alle aziende, cosa succederà quando queste cifre arriveranno nella bolletta delle famiglie? C’è da scommettere che qualcuno non uscirà più di casa, e non spenderà più - proseguono - Si profila un problema enorme, se non si interviene».
Anche perché la pandemia, per quanto non faccia più la paura che faceva negli scorsi anni, è tutt’altro che finita nei sui effetti economici.
Da una parte perché gli stessi clienti di Padana, spiega Andrea Pisacane, vengono da due anni difficilissimi: solo tutti, perlopiù, esercizi nel settore della ristorazione e dell’hotellerie, molti dei quali sono rimasti chiusi per mesi e mesi tra il 2020 e il 2021. «Come facciamo a chiedere un ulteriore sforzo?» si chiede. Ma anche per le stesse lavanderie industriali non è stata facile: sono legate a doppio filo alla filiera del turismo, ma non ne fanno parte, e in diverse occasioni durante l’emergenza Covid hanno «perso il treno» degli aiuti governativi legati ai lockdown. Gli stessi Pisacane gestiscono a Flero, nel Bresciano, una seconda lavanderia industriale che è ancora chiusa da allora.
«E pensare che quest’anno le cose erano ripartite piuttosto bene, c’era una certa fiducia e la stagione prometteva bene.. - conclude - Pensavamo, a novembre, di riaprire anche lo stabilimento bresciano fermo. Ma il costo dell’energia sestuplicato rischia di vanificare gli sforzi...».