Mercoledì scorso l’artista di Romano è stato ricevuto dal Santo padre a cui ha donato un ritratto.
L’artista che dona arte
C’è un filo invisibile che lega tutta la vita artistica di Saulo Ambrosini, pittore della Bassa, dalla mano delicata e dal cuore generoso: l’arte come dono. Un filo che, mercoledì 22 ottobre, si è intrecciato con uno dei momenti più emozionanti della sua esistenza: l’incontro in Piazza San Pietro con Papa Leone XIV, al quale ha consegnato un suo ritratto. Un sogno che si realizza, quello di Ambrosini. Da sempre appassionato di ritrattistica, ha dedicato la sua arte alle persone e alle comunità, senza mai chiedere nulla in cambio. Le sue opere sono diventate nel tempo simboli di affetto e memoria collettiva: celebre il ritratto del compianto sindaco Giuseppe Longhi, donato alla città di Romano, così come quello del fiume Serio, regalato all’Ente Parco del Serio. E proprio questo spirito di gratuità ha accompagnato Saulo fino a Roma. “Santità, sono Saulo, io l’arte l’ho sempre donata”, sono state le parole che ha pronunciato davanti al Pontefice, con la voce rotta dall’emozione. Una frase semplice, ma capace di colpire tutti i presenti in piazza. Il quadro consegnato a Papa Leone XIV ritrae il Santo Padre nel momento della sua proclamazione: l’attimo in cui appare al balcone di San Pietro, il volto illuminato da un sorriso commosso, con le lacrime che raccontano la forza e la fragilità dell’uomo chiamato a guidare la Chiesa. Un ritratto intenso, vibrante, capace di restituire tutta l’umanità di quell’istante.
L’omaggio a Papa Francesco
Il viaggio di Ambrosini a Roma, però, non si è fermato qui. L’artista ha voluto rendere omaggio anche al compianto Papa Francesco, recandosi nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dove il Pontefice riposa. Qui ha donato un secondo ritratto, raffigurante Francesco in un momento di preghiera: un gesto silenzioso, carico di rispetto e spiritualità.
Accanto a lui in questa avventura c’erano la moglie, la sorella e due amici speciali: Giorgio Bonaita e Vittorio Merisi, fondatori , insieme a un terzo socio , del social network «Jes», una piattaforma dedicata alla condivisione e alla discussione sull’arte, lontana dalle logiche effimere degli influencer. Proprio attraverso «Jes», Bonaita e Merisi hanno raccontato passo dopo passo questo viaggio, seguito con emozione da molti utenti e appassionati.
“Il sogno che si realizza”
Oggi, a distanza di pochi giorni, l’emozione resta viva. Perché non è solo la storia di un incontro, ma la testimonianza di una vita dedicata alla bellezza come dono, di un artista che ha trasformato la propria passione in un atto d’amore verso gli altri. E in quella piazza, davanti a migliaia di fedeli, Saulo Ambrosini non ha solo consegnato un ritratto al Papa: ha consegnato al mondo il senso più autentico della sua arte, un’arte che non si vende, ma si dona.
“Ho vissuto un’esperienza straordinaria – racconta Saulo Ambrosini –. Da quando ho iniziato a dipingere, ho sempre sognato di poter donare un mio quadro al Papa. Ringrazio Giorgio, la mia famiglia e tutte le persone che mi hanno accompagnato in questo cammino”.