Ricordo

Il profumo del legno e della memoria: addio a Beppe Baffi, maestro artigiano di Vailate

Fondatore nel 1989 della storica bottega di restauro e arredamento, ha unito arte, tradizione e amore per il bello insieme alla moglie Ivana

Il profumo del legno e della memoria: addio a Beppe Baffi, maestro artigiano di Vailate

Scomparso Giuseppe “Beppe” Baffi, fondatore della storica bottega di restauro e arredamento di Vailate. Artigiano appassionato, ha unito arte e tradizione con la moglie Ivana, lasciando un’eredità di bellezza e valori familiari.

L’essenza di un mestiere, l’anima di un uomo

C’è un profumo che chiunque abbia varcato la soglia del laboratorio di Beppe Baffi non potrà dimenticare: quello della cera naturale cotta a fuoco lento, della gommalacca antica, del legno vivo. Era l’essenza stessa del suo lavoro, ma anche della sua vita. Lo scorso settembre, Vailate ha perso uno dei suoi maestri artigiani più amati. Giuseppe “Beppe” Baffi, fondatore nel 1989 della bottega di restauro e arredamento che porta il suo nome, si è spento in pochi mesi a causa di una malattia fulminante. Aveva costruito, assieme alla moglie Ivana Ceresa, un mondo fatto di bellezza, storia e cura per il dettaglio. Un mondo che ora continua, ma con un vuoto difficile da colmare.

Le origini di una passione

Per capire chi era Beppe Baffi bisogna tornare indietro, a quando da bambino osservava incantato il lavoro dello zio falegname e restauratore. Proveniva da una stirpe di artigiani: il legno non era solo un materiale, ma un’eredità. Cresciuto tra trucioli e colle naturali, Beppe respirava bottega e ascoltava storie antiche narrate attraverso i mobili che restaurava. Dopo gli studi in design del mobile a Lissone e la specializzazione alla scuola di restauro milanese del rinomato antiquario “De Ruvo”, aprì il suo primo show-room nel 1989. Da quel momento, ogni mobile che entrava nel suo laboratorio tornava a vivere, trasformato dalle sue mani esperte. Ma non si trattava solo di tecnica: Beppe infondeva nei suoi lavori rispetto per il passato, un occhio attento all’estetica, e la capacità rara di armonizzare tradizione e innovazione. “Ha restaurato anche il portone del Santuario di Caravaggio – ricorda Ivana – un lavoro che lo riempiva d’orgoglio“.

Una storia di amore, arte e famiglia

E mentre lui piallava e lucidava, lei imparava, passo dopo passo, diventando una designer di talento.

“Beppe amava moltissimo il suo lavoro e quando l’ho conosciuto, 35 anni fa, ho iniziato anche il mio percorso come designer di mobili, muovendo i primi passi in questo mondo, dalle tante sfaccettature. Lo seguivo nelle fasi di lavoro nel suo laboratorio, per esempio nella stuccatura e lucidatura, ma anche durante il montaggio dei mobili e frequentavo corsi”.

L’unione di Beppe e Ivana, nella vita e nel lavoro, è stata un esempio raro di complicità e sinergia. Lui portava avanti l’arte del restauro con metodi naturali e antichi, lei immaginava soluzioni d’arredo su misura, mescolando epoche e stili. Insieme hanno fatto di quella bottega un punto di riferimento. Oggi, accanto a Ivana, ci sono i figli Leonardo, 21 anni, agente immobiliare industriale, e Simone, 25, artista dei murales. Due percorsi diversi, ma entrambi segnati, in modo più o meno visibile, dalla stessa linfa creativa che ha mosso il padre.

“Beppe amava profondamente ciò che faceva – racconta ancora Ivana – e credeva nell’unicità delle cose fatte bene, con le mani e con il cuore. Anche nei momenti difficili, non ha mai smesso di progettare, restaurare, sognare”.

La sua non era solo una bottega: era un luogo dove il passato tornava a vivere e il futuro veniva immaginato. Dove la storia di un mobile si intrecciava con quella di una famiglia, con il silenzioso ma costante lavoro di chi crede ancora nel valore del fatto a mano.