Il pensionato Franco Ferla è il re degli impianti in miniatura
I suoi impianti riprodotti in miniatura e perfettamente funzionanti raccontano la storia industriale dal secondo dopoguerra ad oggi.
Durante il periodo del lockdown il calvenzanese Franco Ferla, 74enne meccanico manutentore in pensione, ha realizzato il suo quindicesimo impianto industriale in miniatura. Si tratta di una raffineria di petrolio. Un altro gioiellino di tecnologia "in scala", perfettamente funzionante, è dotato anche di comandi domotici.
Franco Ferla, re degli impianti in miniatura
Ingegno, fantasia e abilità manuali sono qualità che con gli anni non ha perso. Anzi, con l’esperienza ha affinato ancora di più sino a diventare il re degli impianti industriali in miniatura. Veri e propri gioielli di meccanica, perfettamente funzionanti, che il 74enne calvenzanese Franco Ferla costruisce nel suo laboratorio, nel seminterrato della sua abitazione in via Caravaggio, sin da quando ancora lavora. Nei suoi modelli in scala ha messo tutta la conoscenza lavorativa maturata, dagli inizi, allora 15enne, nella ditta "Dario Prandoni" di Treviglio, famosa per i suoi televisori dove da attrezzista nell’officina meccanica a 20 anni ha costruito la prima macchina per l’assemblaggio delle schede elettroniche con taglio dei componenti. Impianto che ha poi fedelmente riprodotto, in miniatura, nel suo laboratorio casalingo.
Un hobby cresciuto con gli anni
Conclusi gli studi serali in un istituto tecnico Ferla è entrato in "Same"come meccanico manutentore e qui ha trascorso 24 anni della sua carriera lavorativa approfondendo la conoscenza della meccanica industriale. Al punto di riprodurre in miniatura l’intera catena di montaggio "Linea 1" (smantellata e sostituita da un impianto più moderno dalla multinazionale pochi anni fa) anche quella perfettamente funzionante e curata sin nei minimi particolari. Ma il vulcanico pensionato di Calvenzano non si è fermato lì. Negli ultimi anni ha realizzato una centrale nucleare in miniatura - studiando i progetti della centrale di Caorso trovati su internet - che simula la fissione a freddo e genera energia elettrica per alimentare gli altri impianti. Alla centrale è seguito un altro progetto ambizioso: riprodurre una piattaforma per l’estrazione del petrolio capace di simulare tutte le procedure dell’impianto. Missione che ha portato a termine prima del lockdown per la pandemia durante il quale il 74enne non è certo rimasto con le mani in mano.
L'ultimo capolavoro in miniatura
"Ho pensato... Dopo aver realizzato la centrale nucleare e la piattaforma petrolifera era giunto il momento di riprodurre gli impianti di una raffineria di petrolio e, nei mesi in cui eravamo chiusi in casa mi sono messo al lavoro - ha raccontato Ferla -.Su internet ormai ci si può documentare facilmente e si trova davvero tutto: volendo si può costruire anche un razzo!". Serve, però, avere conoscenze, manualità e un po’ di fantasia perché per realizzare i suoi impianti in miniatura, perfettamente funzionanti e in grado di simulare come effettivamente lavorino, Ferla sa dove trovare i materiali necessari. "La maggior parte del materiale, tra i circuiti, le ventole, i pulsanti di comando e altro... trovo tutto al centro di raccolta rifiuti di Calvenzano - ha ammesso il pensionato -. Sono parti di televisioni, computer, split di climatizzatori, elettrodomestici, a volte in discarica si trovano anche vecchi strumenti industriali ormai dismessi che raccolgo e poi, all’evenienza utilizzo. Le parti plastiche delle torrette, invece, sono pezzi di giocattoli. Per quanto riguarda le luci degli impianti, invece, online si trovano di tutte le forme, misure e colori con tanto di telecomandi per farle funzionare, il tutto a poco prezzo". E così, dopo mesi di lavoro, anche la raffineria di petrolio è quasi conclusa. Nell’impianto, una volta attivato, è l’acqua a simulare il petrolio che entra nella "torre di topping" dove al crescere della temperatura arrivano nelle ampolle di stoccaggio, passando per le tubature di metallo, metano, propano e butano (a 20°), benzine (70°), nafta (160°), cherosene (250°), gasolio (350°) e bitumi (400°). L’impianto ha la sua sala di controllo, dotata di monitor, un impianto di allarme perimetrale ed un antincendio - che al posto dell’anidride carbonica spruzza borotalco - perfettamente funzionanti.
Dal primo dopoguerra alla domotica
Nell’aver raccontato con i suoi impianti in miniatura la storia industriale dal secondo dopoguerra ad oggi, Franco Ferla nella sua raffineria ha aggiunto la domotica del 21° secolo. Grazie all’assistente vocale di Google, infatti, si possono accendere, indipendentemente, le luci in sei diversi punti dell’impianto e anche spegnerle con un solo comando vocale. Vederlo raccontare come ha pensato, realizzato e come funzionano i suoi impianti è un vero piacere. Ferla, che nel 2018 è stato insignito della Stella al merito diventando Cavaliere del Lavoro, lo ha fatto in questi anni davanti alle telecamere di Rai e Mediaset e vorrebbe continuare a farlo per gli studenti.
"La cosa che mi fa più piacere è che alcuni miei impianti sono stati esposti in fiere specializzate. La “Linea 1” della catena di montaggio, per un periodo, è stata nel museo della Same a Treviglio - ha concluso il 74enne -. E, a volte, ci sono ingegneri che mi contattano per venire a visitarli e capire come sono stati costruiti. Per la loro complessità sarebbero da far vedere agli studenti degli istituti tecnici superiori, ma anche e soprattutto agli universitari che studiano ingegneria meccanica o elettronica".