Caravaggio

Il parroco entra a Vidalengo, il vescovo: "Non facciamo guerre"

Monsignor Giansante Fusar Imperatore sabato 7 ottobre è arrivato nella frazione dopo le polemiche delle scorse settimane legate al centro sportivo.

Il parroco entra a Vidalengo, il vescovo: "Non facciamo guerre"
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Monsignor Giansante Fusar Imperatore ha fatto il suo ingresso nella parrocchia di Vidalengo, un po’ sulle spine, inutile nasconderlo. Le polemiche delle scorse settimane legate al centro sportivo, che lo hanno coinvolto, hanno lasciato l’amaro in bocca e lo si è visto in chiesa, non gremita, e sentito dalle parole del vescovo Antonio Napolioni, che ha esortato i fedeli a non fare guerre.

Il parroco alla guida della parrocchia della frazione

Una spaccatura con il capoluogo, di cui il monsignore è già parroco, che non è una buona premessa per realizzare il progetto di «comunione» tra i due campanili. E anche le aspettative dei fedeli della frazione sembrano andare in un’altra direzione. Una percorso che quindi si annuncia in salita. La comunità sabato scorso ha comunque fatto del suo meglio per accogliere il sacerdote, addobbando il centro a festa e attendendo il suo arrivo in via Bolagnos, con la banda caravaggina ad allietare l’incontro. Sorrisi, strette di mano, palloncini gialli e bianchi in pugno e una breve poesia letta da una bimba, che ha scaldato il cuore del sacerdote.

"Solo qualche giorno fa abbiamo salutato don Edoardo Nisoli, che per 15 anni ci ha fatto da papà - ha detto la piccola Anna, che frequenta la terza elementare, leggendo una pergamena - è stata dura, non lo neghiamo, perché con lui ci siamo sentiti presi per mano. Ma siamo sicuri che anche con voi sarà lo stesso, giorno dopo giorno, a partire da questo ingresso. E allora noi adesso porgiamo un caro saluto e da tutta la comunità un sincero benvenuto".

Don Fusar Imperatore ha ringraziato, ricevendo in dono la pergamena, incamminandosi poi dietro il corteo partito intorno alle 17.30 alla volta della Parrocchiale, dive ha atteso l’arrivo del sindaco Claudio Bolandrini, il sacerdote ha incontrato il vescovo, già in oratorio.

Il sindaco: "Vidalengo realtà complessa perché di confine"

"A nome della comunità le do il benvenuto – ha esordito il primo cittadino nel suo discorso rivolgendosi al sacerdote, affiancato dal vescovo e attorniato dagli altri religiosi che collaboreranno alla gestione delle due parrocchie (don Paolo Ardemagni, don Bruno Grassi, don Gabriele Filippini e don Andrea Piana), compreso il rettore del santuario monsignor Amedeo Ferrari - quella di Vidalengo è una vigna piccola ma dal grande cuore. Una realtà semplice ma per certi aspetti complessa, perché di confine e nel corso degli ultimi decenni è cresciuta di numero con presenze che avvertiamo debbano essere coinvolte in un processo relazionale per diventare una vera comunità. L’augurio che le faccio è quello di un lavoro sereno ma anche proficuo nell’interesse anche di questo gregge che le è stato assegnato".

Lazzarini: "Vogliamo un prete di riferimento"

Entrati in chiesa, all’inizio della funzione accompagnata dai canti della corale parrocchiale diretta dal maestro Angelo Oldoni, a prendere la parola è stato il rappresentante del Consiglio pastorale Antonio Lazzarini, che ha messo subito in chiaro le esigenze della parrocchia.

"Domenica scorsa abbiamo dato a malincuore il saluto a don Edoardo e lo abbiamo ringraziato per i suoi 15 anni di servizio – ha esordito - Oggi siamo felici di vedere, oltre al vescovo, i sacerdoti che si apprestano a iniziare il servizio nella nostra comunità. Ringraziandoli già da oggi per l’impegno che ci dedicheranno, chiediamo che almeno uno di loro sia un riferimento fisso per la nostra parrocchia".

Poi ha fatto riferimento ai giovani.

"Ormai si sono in gran parte allontanati dalle nostre comunità - ha osservato - eppure sono proprio loro che possono restituire alla nostra chiesa novità ed entusiasmo, perciò un'attenzione particolare sarà da rivolgere a loro, riaprendo il dialogo".

Lazzarini si è quindi congedato augurando buon lavoro e omaggiando il nuovo parroco di un calice e i collaboratori della della stola a nome dei fedeli.

Il vescovo: "Non si tratta solo di un cambio di parroco, ma di prospettiva"

Il vescovo nella sua omelia, attraverso la metafora del vigneto citata nel Vangelo, ha replicato subito.

"I giovani si sono allontanati, ma un po’ li abbiamo allontanati - ha osservato - La vigna del Signore siamo noi, una perché è l’umanità, tutte perché ognuno di noi è un tralcio. Vero che però i vini sono diversi, e spero che nessuna parrocchia dia solo aceto… Com’è Vidalengo? Una comunità acida? No… Produce champagne? A giudicare da come avete preparato l’accoglienza sì… ma non vi si chiede questo".

Sua eccellenza ha illustrato bene il progetto.

"Il vino più buono è quello di casa o quello del vicino che ci accoglie o magari quello che si fa mescolando dei vitigni - ha continuato - Non si tratta solo di un cambio di parroco, ma di un cambio di prospettiva: il progetto di Dio è la comunione. Siamo disposti a lasciarci “spremere” insieme? Tutto il meglio della comunità di Caravaggio con quella di Vidalengo, con quelle della diocesi, con quelle italiane, del mondo intero? E allora voi stasera pagate uno e prendete cinque sacerdoti che porteranno frutto nella misura in cui si vorranno bene e non spaccheranno le comunità ma le aiuteranno a venire incontro agli altri, a uscire dalla tana in cui a volte rischiamo di chiuderci".

"Non facciamoci guerre piccole"

Il vescovo ha fatto riferimento alle vicende della Terra Santa, invitando a evitare anche le guerre «piccole».

"Non si va subito alla caccia di quello che non va, non si comincia dalle critiche - ha esclamato - Tutti siamo preziosi, nessuna comunità è troppo piccola da essere dimenticata o scartata, anzi, diventa una ricchezza decisiva. Non è con le vinacce che si fa la grappa? Non si butta niente. Tutto ha valore agli occhi di Dio. Allora stasera noi preghiamo perché non ci siano guerre, ma cominciamo per primi a non farci quelle piccole, che capita di farci anche nei paesi, anche nelle parrocchie".

Il parroco: "Valorizzate tutto quello che unisce e non divide"

Dal canto suo don Fusar Imperatore, è entrato in punta di piedi nella vita della sua nuova comunità, consapevole delle difficoltà.

"Non conosco ancora la realtà di questa parrocchia, men che meno dei nuovi parrocchiani, vengo con l’umiltà di chi deve imparare a conoscere e la disponibilità a spendermi anche per voi - ha asserito - siccome però non posso farmi in due, prego perché le persone che mi sono affidate imparino ad essere “uno”, secondo lo spirito del Vangelo. Confido nell’aiuto dei confratelli. So che è mio compito, e sarà mia cura, favorire la comunione fra di noi, affinché l’impegno chiesto ai parrocchiani di Vidalengo e Caravaggio di crescere in un cammino di unità sia testimoniato dalla condivisione di vita tra noi sacerdoti. Non sarà un’impresa facile perché siamo molto diversi, condividiamo però la stessa fede e lo stesso amore per la chiesa che ci ha voluto suoi ministri".

In conclusione ha lanciato un messaggio sulla falsariga del vescovo.

"Ogni parrocchia ha i preti che si merita - ha fatto presente - Se desiderate un prete che sia vostro allora spingerete verso la contrapposizione, se invece volete dei preti che vi aiutino a crescere nella fede chiedeteci di essere preti di comunione, e valorizzate tutto quello che unisce e non divide".

Unità la parola d’ordine dunque, e dopo la messa tutti hanno festeggiato insieme in oratorio.

Caravaggio Ingresso del parroco monsignor Giansante Fusar Imperatore a Vidalengo
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Il vescovo Monisgnor Antonio Napolioni

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Il parroco Monsignor Giansante Fusar Imperatore

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