Romano

"Il fatto non è reato": archiviate le accuse per sindaco, assessore e funzionari

Il presunto "buco" da dieci milioni di euro  nello stato patrimoniale del Comune di Romano di Lombardia non c'è: tutto regolare.

"Il fatto non è reato": archiviate le accuse per sindaco, assessore e funzionari
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Il fatto non costituisce reato. Con questa motivazione il Gip del Tribunale di Bergamo ha archiviato nei giorni scorsi le accuse a carico del sindaco di Romano Sebastian Nicoli, dell'assessore al Bilancio Marco Seghezzi, del segretario comunale Giuseppe Brando e dell’ex responsabile dell’area finanziaria Angelo Nicoli, nell'ambito di una querela presentata dall'ex primo cittadino Michele Lamera e dal consigliere comunale di minoranza Luciano Dehò (Polo civico) in relazione a un presunto "buco" da dieci milioni di euro  nello stato patrimoniale del Comune di Romano di Lombardia del 2018. Non il Conto economico, insomma, ma la "fotografia" del valore degli immobili e delle proprietà della città di quell'anno.

Falso ideologico e abuso d'ufficio

Secondo i due esponenti di minoranza,  nell'allegato al Bilancio comunale che traccia la consistenza patrimoniale dell'Ente mancavano "valori" per circa dieci milioni. Una discrepanza dovuta a ragioni strettamente tecniche, secondo l'Amministrazione, che era però stata accusata anche di non aver seguito il corretto iter burocratico nella redazione del documento.  La denuncia risale a ormai due anni fa, ma è emersa pienamente soltanto in queste settimane, quando i due consiglieri tramite il loro avvocato Angelo Capelli hanno presentato opposizione alla richiesta di archiviazione del pubblico ministero. Opposizione che è stata rigettata  dal Gip Maria Luisa Mazzola nella ordinanza d'archiviazione pubblicata il 26 aprile 2021.

Valori corretti, nessun reato

Scrive il giudice nell'ordinanza: "I valori indicati nel bilancio del 2018 consistono nella correzione di quelli - sbagliati - inseriti nel Bilancio dell'anno precedente. La modifica dei valori, pertanto, è funzionale alla redazione di un bilancio veritiero. Del resto, il Comune di Romano si serviva di una ditta esterna (Halley informatica) che aveva scoperto le irregolarità nel bilancio del 2017, motivo per cui riteneva necessaria una rettifica dei dati ivi contenuti".

Non solo. "E' di tutta evidenza come gli indagati abbiano confidato sulla predisposizione di un bilancio redatto da una società terza, competente ed appositamente incaricata di occuparsi della contabilità dell'ente, oltre che approvato altresì dal Collegio dei Revisori. Ammesso che le rivalutazioni contenute nel bilancio siano errate, è del tutto insussistente l'elemento soggettivo del reato, in considerazione dell'affidamento riposto dagli indagati nella società Halley, che nulla ha osservato in ordine alle asserite falsità".

La protesta in aula consiliare

Mercoledì sera, la questione era arrivata anche in Consiglio comunale, durante il quale era attesa la relazione della Commissione Trasparenza che si è occupata (tra l'altro) di questa questione. Le minoranze hanno lasciato l'aula per protesta.

 

 

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