Il costo dell'energia è alle stelle e le imprese mettono le bollette in vetrina
Le bollette di gas e luce sono aumentate il doppio o il triplo rispetto ad un anno fa.
Anche Bergamo accende i riflettori sulla drammatica situazione che stanno vivendo i pubblici esercizi e alberghi con bollette di gas e luce aumentate il doppio o il triplo rispetto ad un anno fa: secondo il nuovo Osservatorio di Confcommercio per il monitoraggio dei costi delle fonti energetiche, il gas in un anno è cresciuto del 143,5% e l’energia elettrica del 126,3%.
Caro energie e le bollette finiscono in vetrina
Non bastavano le conseguenze di due anni di pandemia che hanno condannato a morte tante attività anche in Bergamasca. Ora a mettere in ginocchio il comparto produttivo e il commercio ci pensa il caro energia. Il conto è salatissimo e per questo anche Ascom Confcommercio Bergamo è scesa in campo per sensibilizzare consumatori e politici orobici aderendo alla campagna "Bollette in vetrina”, promossa da Fipe Confcommercio nei giorni scorsi.
A partire da oggi i gestori dei pubblici esercizi e degli alberghi associati ad Ascom riceveranno una cornice da appendere nei propri locali per mettere in bella vista le ultime bollette del gas e dell'energia elettrica.
"Il rincaro dei costi di energia e gas è un problema drammatico - afferma Diego Rodeschini, presidente del Gruppo Caffè Bar Ascom Confcommercio Bergamo-. Forse più della stessa pandemia, dove ristori e ammortizzatori sociali hanno potuto in parte lenire le perdite e il sistema ha retto".
Infatti, se stiamo ai numeri, bar, ristoranti, alberghi e locali da ballo bergamaschi hanno tenuto nel biennio della pandemia con un + 0,6%, grazie in particolare all’aumento del numero dei ristoranti, il 9,1% in più rispetto al 2019.
"Le fasi della pandemia hanno costituito delle vere e proprie “montagne russe” per le imprese che in due anni hanno prodotto strappi di ripartenza e cadute verticali e oggi il settore turistico è segnato dalle ferite ma ancora numericamente e qualitativamente forte - spiega Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo-. Gli imprenditori hanno resistito mettendo i risparmi di anni di lavoro o indebitandosi oltre misura. Ora, la mazzata dei rincari di energia e gas metterà a rischio molte delle nostre imprese".
Le perdite dovute alla pandemia
Le perdite economiche per il settore della ristorazione e dell’ospitalità durante la pandemia sono state notevoli. Tra la fine di febbraio 2020 e la primavera 2021, secondo le stime di Ascom Confcommercio Bergamo, i due comparti ha perso circa 871 milioni di euro; dall’autunno 2021 fino alla primavera 2022 si stima una perdita di ulteriori 65 milioni euro per l’effetto del green pass rafforzato, che ha limitato il consumo nei locali.
Al netto degli ammortizzatori sociali, dei ristori governativi e di delivery ed asporto nella prima fase la perdita per ciascuna attività è stata di oltre 42mila euro, mentre nella seconda fase, per effetto green pass rafforzato, di circa 16mila euro.
"Mediamente ciascuna delle 4.100 imprese bergamasche, costituite per lo più da piccoli bar, ristoranti e pizzerie, ha subito una perdita di 50mila euro, che è stata coperta con i risparmi di una vita ed è stata aggravata dall’aumento vertiginoso dei debiti, peraltro con il grave problema della prossima scadenza delle moratorie – continua Fusini -. I quattro mesi di ripresa piena del lavoro, a partire dal 1° maggio data, in cui è caduto completamente l’obbligo del green pass nei pubblici esercizi, non hanno compensato le perdite. E a questa situazione così difficile si aggiungono i rincari di gas e energia. Per questi motivi abbiamo deciso di chiedere ai nostri associati di mettere in piazza le loro bollette per far capire alle persone che vedono oggi bar e ristoranti pieni le difficoltà che i nostri imprenditori stanno attraversando".
Richieste al mondo politico
L’Associazione orobica oltre a promuovere l’iniziativa di sensibilizzazione voluta da Fipe -Confcommercio ha in agenda una serie di richieste da fare alla politica.
"Crediamo che siamo urgenti alcune misure: l’estensione del credito d’imposta anche alle imprese a torto considerate non energivore e non gasifere; un ristoro certo e immediato per i costi straordinari e insopportabili che le imprese stanno subendo; una misura straordinaria di sospensione delle scadenze", conclude Rodeschini.