Il patriarca latino di Gerusalemme originario di Cologno al Serio cardinal Pierbattista Pizzaballa nell’inferno di Gaza. Dopo l’attacco all’unica chiesa cattolica presente sul territorio avvenuto nei giorni scorsi, condannato con un comunicato molto fermo, oggi, martedì 22 luglio, ha parlato della situazione inaccettabile in cui vive la popolazione.
Pizzaballa nella chiesa bombardata
Avrebbe dovuto tornare in paese per festeggiare il 90esimo compleanno della madre, lo scorso 30 giugno, ma non è stato possibile per la chiusura dello spazio aereo dopo l’attacco di Israele all’Iran. E nei giorni scorsi anche il colpo inflitto direttamente al complesso della Chiesa della Sacra Famiglia appartenente al Patriarcato Latino, che in seguito è stato definito un errore dal presidente Benjamin Netanyahu. Tre persone hanno perso la vita e altre nove sono rimaste ferite, due in gravi condizioni Sono davvero momenti durissimi per l’alto prelato colognese, che si è recato direttamente sul posto e ha celebrato una messa, ricevendo il sostegno del Santo Padre Leone XIV.
“Ci siamo sentiti via messaggio – ha rivelato il parroco don Giuseppe Navoni – era preoccupato come sempre, conosce tutti i fedeli e i sacerdote ed è al loro fianco. Il suo comunicato è stato molto fermo ma è una voce nel deserto. Non è potuto tornare a giugno speriamo possa venire a settembre”.
Il cardinale: “Situazione inaccettabile”
Oggi, martedì 22 luglio, il cardinale ha tenuto una conferenza stampa congiunta con il patriarca ortodosso di Gerusalemme, Teofilo III, al centro Notre Dame di Gerusalemme, dove ha parlato della tragica condizione della popolazione che vive nella striscia di Gaza, dove per accaparrarsi un pasto ci sono uomini che resistono ore sotto il sole.
“’E’ moralmente inaccettabile e ingiustificabile” ha detto.
E Teofilo III ha rimarcato come gli aiuti umanitari sono “una qustione di vita o di morte”.