Il carcere di Bergamo intitolato a don Fausto Resmini
Il sacerdote degli ultimi, originario di Lurano, era da oltre 30 anni cappellano alla casa circondariale. E' morto a 67 anni, stroncato dal Covid-19.
Il carcere di Bergamo sarà intitolato al "prete degli ultimi" don Fausto Resmini, stroncato dal Coronavirus. Lo ha confermato il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che ha accolto la richiesta avanzata dagli onorevoli Maurizio Martina ed Elena Carnevali del Partito Democratico.
Il carcere di Bergamo intitolato a don Fausto
Era il sacerdote degli ultimi, dei poveri, e cappellano della casa circondariale di Bergamo. Don Fausto Resmini era originario di Lurano - paese di cui era diventato cittadino onorario - ed è venuto a mancare nella notte tra il 22 e il 23 marzo scorso mentre si trovava ricoverato per aver contratto il Covid-19. Aveva 67 anni. Forte fu il cordoglio di tutto la comunità provinciale per la scomparsa di una figura così importante. Dal 1988 don Resmini era Direttore del Patronato di San Vincenzo di Sorisole, comunità che si occupa dell’accoglienza per i minori, oltre a ricoprire l’incarico di Cappellano della Casa Circondariale di Bergamo dal 1992. Due delle tante missioni spirituali intraprese dal sacerdote, fondatore tra l’altro della comunità “Don Lorenzo Milani” a Sorisole, della “Cooperativa Il Mosaico” e del servizio “Esodo”. Si occupava dei minori provenienti dal penale o dei minori non accompagnati. Era stato anche fondatore dell’associazione In strada, per soccorrere gli ultimi degli ultimi alla stazione di Bergamo. A lui sarà intitolato il carcere di Bergamo.
La lettera del Ministro Bonafede
Il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha accolto la richiesta degli onorevoli Martina e Carnevali del Pd per intitolare a don Fausto Resmini il carcere di Bergamo. Questa la lettera del guardasigilli.
Don Fausto Resmini era più che un semplice cappellano, era un punto di riferimento per l’intera comunità di Bergamo e per chi ha avuto la fortuna di incontrarlo sulla propria strada. Una guida morale, un padre spirituale, un uomo sempre pronto all’ascolto e al dialogo.
Per oltre un trentennio cappellano dell’istituto della città, Don Fausto ci ha lasciati nella notte tra il 22 e il 23 marzo all’età di 67 anni, dopo essere risultato positivo al Covid-19. Padre Resmini era diventato un elemento portante della vita all’interno della struttura di Bergamo, tanto che alla sua morte i detenuti e gli agenti di polizia penitenziaria lo hanno voluto ricordare e ringraziare con parole che arrivano dritte al cuore.
In particolare, in una lettera gli uomini e le donne in servizio a Bergamo hanno scritto: "Caro Don Fausto, per gli anni che hai dedicato a questo istituto penitenziario, per noi sei sempre stato un punto di riferimento: nel quotidiano, nell’emergenza, nei momenti di lutto e di buio, nei momenti di festa e di gioia. Con queste poche righe vogliamo salutarti stringendoti nei nostri cuori, con la consapevolezza che da lassù saprai guidare i nostri passi e continuerai a pregare per noi e le nostre famiglie".
Non appena la situazione sanitaria lo permetterà voglio visitare personalmente Bergamo e l’istituto che sarà intitolato a don Fausto, per esprimere vicinanza agli agenti e a tutti gli operatori. Mi piace pensare che questo, seppur semplice, atto sia un modo per far continuare a vivere l’esempio di don Fausto