Cronaca

I “contributi volontari aggiuntivi” chiesti alle famiglie degli studenti: l’ombra di un sistema illecito nella sede Ikaros di Calcio

Spuntano anche vacanze di lusso e spese personali pagate con i soldi delle “Opere”.

I “contributi volontari aggiuntivi” chiesti alle famiglie degli studenti: l’ombra di un sistema illecito nella sede Ikaros di Calcio

Secondo gli inquirenti, la Fondazione avrebbe imposto “rette mascherate” ai genitori, in violazione delle norme regionali sui fondi pubblici.

I contributi “volontari” che non lo erano

Per anni, nella sede di Ikaros a Calcio, le famiglie degli studenti avrebbero versato somme ingenti alla fondazione per poter iscrivere o mantenere i propri figli nei corsi di formazione professionale. Un nuovo risvolto emerge dall’inchiesta sui contributi alla formazione lombarda. Ufficialmente si trattava di “contributi volontari aggiuntivi”, ma le modalità di riscossione e gli importi richiesti delineano, secondo gli investigatori, un vero e proprio sistema di “rette obbligatorie”. Una delibera del 25 ottobre 2018 stabiliva cifre da mille  a tremila euro a seconda dell’anno di iscrizione, fino a raccogliere circa 1,5 milioni di euro l’anno. Tutto in violazione delle regole della Regione Lombardia, che impongono la natura facoltativa e documentata dei contributi. Le famiglie avrebbero pagato senza ricevere spiegazioni dettagliate sui servizi coperti, mentre un’email interna della presidente Luisa Carminati, moglie di Daniele Nembrini, limitava a 200 euro per studente le spese effettive per materiali e dotazioni.

L’inchiesta e i fondi pubblici: un patrimonio familiare da milioni

Le indagini della Guardia di Finanza di Milano hanno portato alla luce un intreccio di fondi pubblici, immobili e spese private. Secondo gli inquirenti, Daniele Nembrini avrebbe gestito per anni un sistema di raccolta di denaro che univa finanziamenti regionali, fondi Pnrr e Anpal Servizi ai contributi delle famiglie, destinandoli anche all’acquisto di un patrimonio immobiliare di circa 6 milioni di euro riconducibile alla sua famiglia. Dal 3 luglio 2024, Nembrini è indagato insieme ad altre 11 persone per malversazione, falso in atti e falso in bilancio nelle Fondazioni San Michele Arcangelo e Ikaros, da lui guidate fino al 2023. Gli investigatori sottolineano che, all’interno del sistema, la capacità dei responsabili di sede di “raccogliere contributi dalle famiglie” incideva direttamente sui premi di produttività, a riprova del ruolo centrale di queste entrate.

Viaggi, vacanze e “opere di bene”

Le fondazioni create da Nembrini, presentate come enti educativi e caritatevoli, sarebbero state usate come bancomat di famiglia. La Auryn Viaggi, società del fratello Vincenzo Nembrini, risulta fornitore esclusivo per i viaggi di studenti e docenti, senza gare né preventivi. Ma dai documenti sequestrati emergono anche spese personali coperte con i fondi delle “Opere”: una vacanza alle Maldive nel 2019 per oltre 17.000 euro, formalmente giustificata come “progetto di biotecnologia marina”, e soggiorni di lusso all’Hotel Hohe Gaisl di Braies nel 2020 e 2021, pagati dalle società legate alle fondazioni. Nonostante le ispezioni regionali del 2018-19 avessero segnalato irregolarità nei costi imposti alle famiglie, il sistema di Nembrini sarebbe rimasto intatto per anni. Ora la magistratura milanese cerca di chiarire quanto e come i contributi pubblici e privati siano stati distolti dalle finalità formative. Sul tavolo della Procura, il sospetto che dietro i “contributi volontari aggiuntivi” si nascondesse un sofisticato meccanismo di autofinanziamento familiare.