"Fondazione Balicco", proclamato lo stato di agitazione
I sindacati denunciano: "Sei donne rischiano il taglio del salario e la riduzione dei diritti"

Le organizzazioni sindacali FP CGILe CISL FP di Bergamo, su mandato di sei dipendenti della "Fondazione Balicco" di Martinengo (due infermiere, due fisioterapiste e due operatrici socio assistenziali), proclamano lo stato di agitazione a tutela delle stesse, in quanto dal 1° agosto 2025 la Fondazione cederà il personale a "Sodexo Italia", subentrante nell’appalto in global service dell’intera struttura in sostituzione della società uscente.
Cessione di sei dipendenti
"La cessione delle dipendenti della Fondazione, finora in distacco funzionale con la società uscente, prevede l’applicazione del CCNL UNEBAin sostituzione dell’attuale CCNL Funzioni Locali - fanno sapere i sindacati - La Fondazione peraltro ha già preso la decisione senza alcun coinvolgimento preventivo delle OO.SS., nonostante le ripetute richieste di incontro (24 marzo, 10 e 28 aprile, 16 giugno) rimaste senza risposta. Lo scorso 3 luglio il presidente della Fondazione, monsignor Paolo Rossi con alcuni componenti del CdA e i propri consulenti, ha finalmente incontrato le OO.SS. Peraltro i punti all’ordine del giorno erano altri, tra i quali le criticità organizzativo-gestionali del servizio e la qualità e quantità degli standard assistenziali erogati agli ospiti residenti, e solo in quell’occasione si è appresa la notizia, senza alcun documento scritto. Sono stati addirittura i Sindacati ad avvisare ufficialmente le dipendenti".
Deciso lo stato di agitazione
"Ieri sera, lunedì 14 luglio, in un’assemblea molto partecipata, in presenza anche di tutti gli altri 45 dipendenti della società uscente, è stata presa la decisione di indire lo stato di agitazione per arrivare a una soluzione che non penalizzi le dipendenti della Fondazione che sono le persone con maggiore anzianità di servizio all’interno dell’ente - prosegue la nota sindacale - Il passaggio al CCNL UNEBA comporterebbe per le lavoratrici una perdita significativa sul salario complessivo, la riduzione di ferie, permessi retribuiti, periodi di comporto e indennità di malattia, l'azzeramento dei percorsi di carriera già fermi dal 2015 e il peggioramento contributivo futuro. L’ipotesi di un indennizzo forfettario, avanzata dallo studio paghe della Fondazione l’11 luglio, è stata giudicata irricevibile dalle OO.SS.. Infatti, non compensa né le perdite economiche né il danno sui diritti. La Fondazione sostiene l’impossibilità di mantenere l’attuale distacco funzionale presso 'Sodexo Italia', così come è stato per la società uscente. Motivazione che riteniamo infondata, e dovuta solo alla volontà della Fondazione di 'liberarsi' dei propri dipendenti. Attualmente il distacco funzionale è attivo anche in altre strutture senza problemi".
I sindacati attaccano: "Inaccettabile"
"È inaccettabile che, ancora una volta, le crisi gestionali ricadano esclusivamente sui lavoratori, in un settore come quello socio-sanitario che necessita invece di riconoscimento, incentivazione e stabilità - si conclude nel comunicato stampa - Questa strategia di far ricadere i costi di gestione e le situazioni di crisi sempre o sull’aumento delle rette o sul contenimento dei costi del lavoro, non è più accettabile e impensabile; la popolazione invecchia sempre più e si renderà sempre più necessario dover ricorrere alle strutture residenziali. Non si pensi di migliorare i servizi e gli standard assistenziali erogati ai soggetti fragili e anziani contraendo i costi del lavoro. CGIL FP e CISL FP di Bergamo restano disponibili a un incontro in Prefettura con il prefetto Enrico Rotondi, affinché si individui una soluzione che: salvaguardi il CCNL Funzioni Locali per le sei lavoratrici, garantisca servizi di qualità agli ospiti della struttura e ristabilisca relazioni sindacali rispettose. Fino a un accordo soddisfacente, lo stato di agitazione rimane aperto e valuteremo ulteriori iniziative di mobilitazione".