Folle aggressione e minacce contro i volontari della Croce bianca di Boltiere
La Polizia locale ha classificato l'episodio come un "semplice sinistro". Lo sfogo del presidente Trezzi: "Non c'è tutela per i soccorritori, è inaccettabile"
“E’ già la seconda aggressione in due mesi ai danni del personale del 118. Una situazione del genere, in 35 anni di servizio, non l’avevo mai vista: i volontari devono essere tutelati”.
E’ lo sfogo amaro del presidente della Croce bianca di Boltiere Paolo Trezzi (nella foto in evidenza), a pochi giorni di distanza dall’aggressione subita da un equipaggio dell’associazione, che si trovava in servizio a Zingonia. Una brutta avventura, che avrebbe potuto avere conseguenze ben peggiori, e che ha spinto il presidente a chiedere più attenzione e soprattutto più tutele nei confronti dei volontari che “mettono a disposizione il loro tempo a titolo gratuito per aiutare chi ha bisogno”.
Folle aggressione a Zingonia
L’aggressione è avvenuta nel pomeriggio di giovedì, quando un equipaggio della Croce bianca di Boltiere, composto da tre donne, è intervenuto per un malore in un’abitazione di Piazza Affari, a Zingonia (Verdellino).
Raggiunto il luogo da cui era partita la segnalazione l’autista ha lasciato l’ambulanza in strada, con motore e lampeggianti accesi e le volontarie sono salite in casa per raggiungere il paziente che aveva difficoltà respiratorie e vertigini. Il mezzo di soccorso ostruiva l’uscita di tre veicoli in sosta, ma vista l’urgenza del caso si sarebbe trattenuto giusto il tempo di preparare il paziente al trasporto in ospedale.
Una decina di minuti più tardi il personale del 118 era già sul marciapiede, con il paziente in barella, pronto per essere caricato sull’ambulanza. E’ stato proprio in quel momento che un uomo, di origine nord africana, si è avvicinato con fare minaccioso e ha subito iniziato ad aggredire verbalmente le volontarie.
Con l'auto contro l'ambulanza
“Spostate quella cazzo di ambulanza che devo uscire” ha urlato alle soccorritrici gli hanno subito chiesto di pazientare giusto il tempo di caricare il malato sull’ambulanza. Nulla da fare. L’aggressore non voleva saperne di calmarsi e anzi ha continuato: “Io in Italia quando sbaglio pago, adesso paghi tu” e risalito in auto ha innestato la retromarcia colpendo volontariamente per due volte il mezzo che nell’impatto ha riportato danni al portellone.
L’autista allora si è avvicinata per fermalo ma l’uomo è sceso portandosi faccia a faccia mentre l’altra soccorritrice cercava di fotografare la targa della sua automobile.
"Ti sposti o tiro fuori la pistola"
“Perché hai fatto la foto alla mia macchina?” gli ha sbraitato contro e poi risalito nuovamente in auto ha accelerato nel tentativo di investire il personale del 118 che si è riparato appena in tempo sul marciapiede. Ma non era ancora finita. “Ti sposti o tiro fuori la pistola” ha minacciato l’uomo e a quel punto è scattata la segnalazione alla centrale operativa del 118 che ha allertato le Forze dell’ordine. “Tu chiama i carabinieri poi vediamo cosa succede” ha continuato a minacciare l’uomo scendendo dall’auto e andando nuovamente faccia a faccia con le volontarie. Sempre più agitato è risalito in auto e dopo aver urtato di nuovo l’ambulanza è riuscito a uscire dal parcheggio ma percorso qualche metro ha fermato l’auto ed è tornato di nuovo all’attacco. Solo l’intervento di alcuni passanti che hanno preso le difese delle volontarie ha evitato il peggio. L’uomo è quindi risalito in auto ed è fuggito.
La Polizia locale minimizza: "Solo un sinistro"
Sul posto sono quindi giunti gli agenti della Polizia locale di Verdellino che inizialmente hanno tranquillizzato le volontarie assicurando che avrebbero identificato il mezzo grazie alle telecamere di sorveglianza salvo poi classificare l’accaduto come un “semplice sinistro”.
“Come è possibile considerare questo episodio vista l’intenzionalità del sinistro, le ripetute minacce, l’aggressività verbale e l’interruzione di pubblico servizio come un semplice sinistro”, si chiede Trezzi che, subito dopo il fatto, si è presentato alla Tenenza dei carabinieri di Zingonia per sporgere denuncia.
“Sono rimasto in attesa fuori dai cancelli e lì un agente della Polizia locale mi ha ribadito che la denuncia non era necessaria trattandosi solo di un incidente – ha sottolineato Trezzi – Sono rimasto molto deluso dalla mancanza di tutela nei confronti dei volontari che operano sul territorio e forniscono un servizio pubblico. Abbiamo presentato tre denunce, per i danni al mezzo, che abbiamo inaugurato lo scorso maggio, per l’interruzione di pubblico servizio e per l’aggressione al personale. Ora attendo di parlare con il sindaco di Verdellino per chiarire l'accaduto”.
Trezzi: "Serve più tutela per i soccorritori"
Non è certo il danno, contenuto, a preoccupare il presidente – alla guida dell’associazione dal 2020 – ma l’assenza di sicurezza per chi è in strada giorno e notte per portare soccorso.
“Cosa sarebbe accaduto se il paziente fosse stato più grave? - si è chiesto – Sarebbe ancora solo un sinistro? Potevano esserci gravissime conseguenze e non è giusto che passi il messaggio che ci si può comportare in questo modo senza pagarne le conseguenze”.
Situazioni che si stanno presentando spesso e che preoccupano. Nel giro di due mesi questo è già il secondo caso. In un’altra occasione un volontario si è preso un pugno in pieno viso durante un intervento.
“Dobbiamo già fare i conti con la mancanza di ricambio tra i volontari – ha concluso – Oggi abbiamo 99 iscritti ma solo una trentina sono attivi. E di servizi ne facciamo molti: non c’è solo l’emergenza, c’è anche il trasporto sociale e la prevenzione con corsi aperti alla cittadinanza. Se non si garantisce la sicurezza dei volontari non ci sarà più nessuno disposto a donarsi per gli altri”.