Femminicidio

Femminicidio Yana Malaiko, niente rito abbreviato per Dumitru Stratan: andrà a processo l'11 aprile 2024.

Nel corso del pomeriggio di martedì, al Tribunale di Mantova, la Gup Chiara Comunale ha rinviato a giudizio  il 34enne moldavo, reo confesso dell’omicidio volontario e premeditato, oltre che dell’occultamento di cadavere, dell'ex fidanzata Yana Malaiko, 23enne di origini ucraine ma cresciuta a Romano.

Femminicidio Yana Malaiko, niente rito abbreviato per Dumitru Stratan: andrà a processo l'11 aprile 2024.
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Nel corso del pomeriggio di martedì, al Tribunale di Mantova, la Gup Chiara Comunale ha rinviato a giudizio  il 34enne moldavo, reo confesso dell’omicidio volontario e premeditato, oltre che dell’occultamento di cadavere, dell'ex fidanzata Yana Malaiko, 23enne di origini ucraine ma cresciuta a Romano.

Rito ordinario

Nessun sconto di pena «automatico», quindi, per l’imputato, che sarà giudicato con la formula del rito ordinario. Stratan è in carcere da poco meno di anno, quando alla fine del mese di gennaio 2023 i carabinieri di Mantova lo arrestarono con l'accusa di aver barbaramente ucciso, dopo averla attirata con un tranello a casa sua, la giovane ragazza colpevole soltanto di aver deciso di troncare la loro relazione. Un femminicidio "di scuola", che proprio in questi giorni tragicamente ricorda quello di Giulia Cecchettin in Veneto ad opera del fidanzato Filippo Turetta.

L'ultima notte e le ricerche

L'arresto era avvenuto nella notte tra il 20 e il 21 gennaio scorsi. Di Yana Malaiko, in quei giorni, si erano perse le tracce: la giovane era stata trovata solamente una decina di giorni dopo la scomparsa, a seguito di imponenti ricerche. Il suo cadavere era sotto una catasta di foglie e legna sul confine tra Castiglione delle Stiviere (Mantova) e Lonato del Garda (Brescia).Dalle telecamere di videosorveglianza interne al grattacielo di piazzale Resistenza, dove abitava Stratan e dove Yana quella notte era stata attirata con l’inganno per non uscire più, i militari avevano appurato come quella notte gli occhi elettronici dei dispositivi avessero registrato le immagini di un uomo che, prima in ascensore e poi lungo alcuni scalini, trascinava via un voluminoso involucro. Ora, proprio davanti a quel condominio l’associazione "Y.A.N.A", fondata in memoria della giovane, ha deciso di installare una panchina rossa, simbolo della nuova coscienza collettiva sulla violenza di genere.

Il processo

Solo settimane dopo la scomparsa della giovane Stratan aveva chiesto di incontrare la Procura. E in quell'occasione aveva confessato: dopo un litigio l'aveva colpita al petto per poi nascondere il cadavere. Dumitru Stratan martedì non era presente in aula. A difenderlo ci sono stati gli avvocati Domenico Grande Aracri Gregorio Viscomi. Dalla parte dell'accusa, invece, c'era l'avvocato Angelo Lino Murtas, legale di Oleksandr e Tetiana, genitori di Yana. Quest'ultimi, inoltre, insieme ai nonni della 23enne sono stati ammessi come parte civile, cosa che invece non è accaduta per l'associazione, presente in aula attraverso il presidente Francesco Porrello, perché nata successivamente alla morte della giovane.

"Vogliamo il massimo della pena nei confronti dell’omicida di Yana: l’ergastolo - ha commentato nuovamente Murtas dopo l’udienza, che è stata aggiornata all’11 aprile 2024 - Abbiamo chiesto al giudice Chiara Comunale la costituzione di parte civile della famiglia, che è stata accolta. Ci siamo invece opposti alla richiesta di ammissione al giudizio abbreviato richiesta dalla controparte: prevederebbe uno sconto di pena, facendo cadere l’aggravante della premeditazione che invece, per noi, è fondamentale. Con noi si è opposta anche la pm Lucia Lombardo: la premeditazione prevede infatti, potenzialmente, l’ergastolo, ed è preclusiva all’ammissione al giudizio abbreviato".

La premeditazione

È proprio su questo, sulla premeditazione del delitto, che probabilmente ci sarà battaglia in aula.

"Dalle prove che abbiamo presentato, è dimostrabile - continua Murtas - Siamo soddisfatti che il giudice abbia accolto la nostra tesi. Abbiamo quindi rappresentato nel dettaglio l’esistenza di un “dolo antecedente”, di un “dolo concomitante” e di un “dolo successivo” (all’omicidio, ndr): il depistaggio. L’esistenza di una premeditazione e di un progetto omicidiario di Stratan fino all’ occultamento del cadavere della povera Yana. Ringrazio, intanto, tutte le persone che fin dalle ricerche di Yana in quei terribili giorni hanno dato e continuano a dare il proprio contributo a questa lotta contro i femminicidi. Come ribadito più volte la volontà della famiglia che è anche la nostra volontà è quella di rendere giustizia a Yana e il primo passo è ottenere il massimo della pena per impedire a questo assassino di compiere ancora atti criminali così efferati. Quella notte di gennaio Yana è stata strappata alla vita e all’affetto di chi la amava. Persone che ora provano un dolore assolutamente inimmaginabile".

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