Femminicidio: fantasmi nella mente dell'assassino
Come nel caso dell'omicidio di Martinengo pesa il disagio mentale. L'uomo era seguito dal Cps di Romano
Come nel caso dell'omicidio di Martinengo anche nel caso di Cologno dietro la violenza si nasconde un disagio mentale e il tema delle cure affidante alla sola volontà del paziente torna prepotentemente alla ribalta, anche se in questo caso la situazione familiare appare molto diversa e sembra avere un peso sulla tragica fine della di Joy Omoragbon.
Fantasmi nella mente di Osarumwense Aimiose
Il 45enne nigeriano che giovedì ha colpito con almeno sette coltellate al collo e al torace la vittima da novembre aveva smesso di assumere i farmaci che prescritti dal Centro psico-sociale (Cps) di Romano e nella sua testa erano apparsi i «fantasmi», quelli che forse giovedì 28 marzo l'hanno offuscato quando nel corso di una lite furibonda ha ucciso la compagna con un coltello da cucina. A pesare le difficoltà finanziarie della coppia, visto che all'uomo non era stato rinnovato il contratto in una ditta di verniciature a Morengo, mentre lei saltuariamente lavorava come badante. I vicini raccontano una realtà difficile, borderline.
Dal carcere all'ospedale Papa Giovanni XXIII
Ieri, venerdì 29 marzo, l'uomo è stato trasferito dal carcere di Bergamo al reparto di Psichiatria dell’ospedale Papa Giovanni XXIII riservata ai detenuti, dove stamattina è in programma l’interrogatorio di convalida da parte del gip Vito Di Vita.
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