Femminicidio: l'assassino nel 2013 aveva già minacciato la convivente con un coltello
L'uomo, con problemi psichici, era stato anche oggetto di un Trattamento sanitario obbligatorio
Nel 2013 l'assassino della nigeriana Joy Omoragbon, 49 anni, si era reso responsabile di lesioni aggravate e l’aveva anche minacciata con un coltello: nel corso delle indagini successive era risultato affetto da problemi psichici che ne avevano reso necessario il Trattamento sanitario obbligatorio (Tso) e dal 2014 risultava in cura presso diversi CPS della zona.
Femminicidio: diversi fendenti al torace hanno spento la vita di Joy
Si fanno più chiare le circostanze in cui è avvenuto l'ennesimo femminicidio, il secondo a Cologno dopo quello di Zina. Nel primo pomeriggio di ieri, 28 marzo, i militari della Sezione Radiomobile del NOR della Compagnia Carabinieri di Treviglio sono intervenuti in via Donizetti 19, a seguito di una richiesta d’intervento che segnalava una violenta lite in uno degli appartamenti del caseggiato. Ma, al loro arrivo Joy era già morta, perita sotto i fendenti sferrati dal convivente Aimiose Osarumwense, nigeriano del ’79. Diverse coltellate al torace inferte con un coltello da cucina, all’interno del monolocale dove vivevano. Gli accertamenti esperiti sul posto dai carabinieri della Compagnia di Treviglio, supportati dal Nucleo Investigativo, hanno consentito al Pubblico Ministero di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico del sospettato, nei confronti del quale è stato disposto il fermo di indiziato di delitto. L'uomo è stato tradotto in serata nel carcere di Bergamo, in attesa dell’interrogatorio di convalida da parte del Giudice per le Indagini Preliminari. La salma della vittima è stata trasportata all’ospedale Papa Giovanni XXIII, in attesa dell’esame autoptico.
Il precedente
Nel 2013 l’indagato si era reso responsabile di lesioni aggravate cagionate alla donna e, nella circostanza, l’aveva anche minacciata con un coltello: nel corso delle indagini successive il 45enne era risultato affetto da problemi psichici che ne avevano reso necessario il Trattamento sanitario obbligatorio e, dal 2014, risultava in cura presso diversi CPS della zona. Recentemente, a seguito della perdita del lavoro nel mese di dicembre 2023, aveva iniziato ad avere nuovamente dei comportamenti strani, che avevano causato delle liti tra lui e la convivente, la quale in due occasioni aveva anche richiesto l’intervento delle Forze dell’Ordine, senza tuttavia formalizzare querele nei confronti del compagno e senza evidenziare delle situazioni tali da configurare l’applicazione del “codice rosso”. Il 26 marzo 2024 l’indagato era stato invitato presso un CPS della zona, dove si era recato accompagnato dalla convivente per affrontare i problemi psichiatrici che aveva evidenziato recentemente.
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