Cologno al Serio

Femminicidio a Cologno, Drago: "Non sono tragedie, è un bollettino di guerra"

"Siamo sopraffatte da un dolore che è ancestrale e che ci vogliono scritto dentro, nei nostri destini".

Femminicidio a Cologno, Drago: "Non sono tragedie, è un bollettino di guerra"
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Cominciano a combaciare i pezzi delle indagini in corso sul femminicidio avvenuto ieri pomeriggio a Cologno al Serio, dove un uomo - Aimiose Osarumwense, nigeriano del ’79 - ha ucciso con diverse coltellate al torace la compagna Joy Omoragbon, 49 anni, all'interno del monolocale che condividevano in un cortile del centro. Mentre i carabinieri stanno ricostruendo il contesto in cui è maturato il femminicidio, anche la sindaca di Cologno al Serio Chiara Drago è intervenuta sull'accaduto, proponendo una riflessione sul fenomeno e ricordando l'agghiacciante precedente proprio nello stesso comune: l'assassinio di Zina Solonari, nel 2019.

"Non sono tragedie, non sono drammi della gelosia, non sono liti finite male, non sono inevitabili esiti dell’imperante disagio psichico che si fatica a leggere e ad affrontare nella nostra società - ha scritto Drago su Instagram - Sono femminicidi: ogni giorno accadono nel nostro paese, esiste un bollettino di guerra, annotiamo i nomi per non dimenticarle, ricordiamo le nostre sorelle, amiche, conoscenti, compaesane, non senza un sospiro per essere ancora vive, non senza il senso di colpa per essere ancora vive. Oggi è successo nuovamente anche a Cologno al Serio, nella nostra comunità. Siamo sopraffatte da un dolore che è ancestrale e che ci vogliono scritto dentro, nei nostri destini".

"La strada è lunga"

Il cortile dove è avvenuto il femminicidio

Che del resto sia un problema di potere tra i sessi e di cultura, quello della violenza contro le donne, è una consapevolezza di cui la riflessione pubblica sta lentamente prendendo coscienza.

"Dobbiamo continuare a lavorare per cambiare le cose - continua Drago - La strada è lunga e in momenti come questo sembra che ogni piccolo passo fatto sia insignificante; sembra che il lavoro su noi stesse, la consapevolezza costruita a fatica, gli intrecci di relazioni, i rapporti di sorellanza, le alleanze con gli uomini contino davvero poco. Oggi piangiamo una nostra concittadina ed è il tempo del lutto, il tempo del dolore, della rabbia e della riflessione. Ogni giorno deve continuare a essere il tempo della reazione, il tempo di parole nuove, di rapporti diversi. Perché la cura, il disagio e la rassegnazione di fronte alle problematiche dell’altro non debbano sempre essere assorbiti dalle donne. Perché possiamo pensarci realizzate e vive, intere e in mille pezzi, vive".

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