Export irregolare, lavoravano in nero e si intascavano il reddito di cittadinanza
Nei guai due senegalesi che lavoravano in un capannone dell'area ex Ceramtec.
Lavoravano in nero, esportando in modo irregolare materiale di vario genere in Africa, e come se non bastasse si intascavano anche il reddito di cittadinanza. Nei guai due senegalesi a Caravaggio.
Nel complesso ex Ceramtec
Nel corso di controlli su attività produttive sospette e tesi a verificarne la regolarità e il rispetto delle normative vigenti in merito, nel mese di settembre 2020 è stata individuata una ditta, tra i capannoni del complesso produttivo ex Ceramtec, che raccoglieva pezzi di parti di veicoli, elettrodomestici usati e materiale vario.
Esportavano in Africa
Da una prima indagine pareva che venissero acquistati per essere rivenduti in Africa. Iniziavano così le indagini nei confronti di due senegalesi per accertare la regolarità dell'attività. L'operazione ha richiesto anche l'attività di osservazioni ambientali e la fotosegnalazione con il rilevamento delle impronte digitali dei presunti responsabili.
Sono emerse subito diverse irregolarità e le ipotesi di reato sono ancora al vaglio degli inquirenti.
In nero percepivano il reddito di cittadinanza
Innanzitutto l'attività non era registrata per l'esportazione all'estero. Inoltre le due persone individuate, di nazionalità senegalese, non solo non erano regolarmente assunte ma percepivano anche il reddito di cittadinanza mentre lavoravano in nero. Una risultava anche assunta come badante, senza tuttavia esercitare la professione.
L'operazione complessa è stata condotta dalla Polizia locale e ha visto la stretta collaborazione dell'Ispettorato del lavoro, dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.