I dati

Emergenza alimentare Covid: 1,6 milioni per la Bassa. I DATI

Ad individuare i beneficiari saranno i singoli uffici dei Servizi sociali.

Emergenza alimentare Covid: 1,6 milioni per la Bassa. I DATI
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Sei milioni e 295mila euro. A tanto ammonta il contributo governativo per l'emergenza alimentare in provincia di Bergamo. Di questi, circa 1,6 saranno destinati ai Comuni della Bassa. Si tratta del fondo annunciato dal premier Giuseppe Conte sabato sera, che a livello nazionale ammonta a 400 milioni di euro. Ne beneficeranno le famiglie più in difficoltà, selezionate dai singoli Comuni tramite i Servizi sociali.

Emergenza alimentare: come è stato ripartito il fondo

L'ottanta percento del fondo totale (320 milioni di euro su 400 milioni) è stato ripartito sulla base della popolazione residente. Comuni più popolosi prenderanno ovviamente di più.
Il restante venti percento è stato ripartito sulla base della differenza tra il reddito medio pro capite di ciascun comune e il valore medio nazionale, ponderata per la rispettiva popolazione. Per assicurare ad ogni Comune, anche i più piccoli, un contributo di almeno 600 euro, è stato inoltre decurtato il contributo delle città con più di centomila abitanti.

Tra i Comuni più grandi della nostra zona, Treviglio disporrà di circa 160mila, Romano di 128mila, Caravaggio di 86mila euro. Clicca sulla mappa per conoscere il contributo per Comune.

La mappa della provincia di Bergamo

 

Tutte queste somme, più eventuali donazioni private ai singoli Comuni, saranno gestite dai Comuni. Che potranno da un lato emettere buoni spesa utilizzabili per l'acquisto di generi alimentari negli esercizi comunali contenuti in un elenco pubblicato sul proprio sito istituzionale. Oppure, in alternativa, potranno direttamente acquistare generi alimentari o prodotti di prima necessità. Per la distribuzione e l'acquisto dei beni, i Comuni potranno avvalersi di enti quali Caritas, associazioni del terzo settore.

La selezione sarà effettuata dai Servizi sociali

Ad individuare i beneficiari saranno  i singoli uffici dei Servizi sociali. Spetta a loro individuare anche il contributo da assegnare "ai nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall'emergenza" e tra quelli in stato di bisogno "per soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali con priorità per quelli non già assegnatari di sostegno pubblico"

Il "contributo pro capite"? Non vale

Il "contributo pro capite", quindi, va letto soltanto come indicazione generale per avere un'idea di quali Comuni sono più o meno aiutati, sulla base del 20 percento di contributo variabile sulla base del reddito medio. I soli beneficiari "reali" del contributo sono le famiglie selezionate dai singoli Comuni, sulla base delle necessità note o meno ai Servizi sociali.

Secondo una stima del "Sole 24 ore" ad ogni famiglia individuata dai Comuni potrebbero spettare circa 400 euro. Saranno in ogni modo i Comuni a gestire la distribuzione capillare dei buoni spesa. Un compito certamente gravoso e non facile, considerando che già in queste ore ai centralini dei Municipi di tutta Italia stanno arrivando migliaia di richieste di aiuto e di accesso al contributo.

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