Cronaca

Edicola votiva di San Bartolomeo: si riaccende la polemica

La piccola cappella di proprietà della parrocchia è in stato di abbandono e da anni si discute di un recupero che non si concretizza

Edicola votiva di San Bartolomeo: si riaccende la polemica

Torna a riaccendersi (come ogni anno) la polemica sullo stato di abbandono dell’edicola votiva di San Bartolomeo a Caravaggio, e questa volta a intervenire è anche il capogruppo leghista Giuseppe Prevedini, che suona la sveglia alla parrocchia e al Comune.

Edicola votiva di San Bartolomeo

Edicola votiva di San Bartolomeo: dai fasti all’abbandono

Ogni 24 agosto, data in cui si festeggia il santo, un gruppo di fedeli partecipa alla messa e al piccolo rinfresco allestito per l’occasione, lì dove furono sepolti 3.666 caravaggini morti di peste nel 1630. Nulla di paragonabile alla festa che si faceva in passato, ma segno che comunque la ricorrenza e la cappellina sono rimaste nel cuore dei caravaggini. E ogni volta balza agli occhi lo stato di degrado in cui versa il gioiellino in mezzo ai campi di via Valle, di proprietà della parrocchia. Sui social periodicamente qualcuno risolleva la questione ma in questi anni nulla è cambiato. Per la verità di un progetto di restauro avevano cominciato a parlare l’ex parroco don Angelo Lanzeni e il sindaco Claudio Bolandrini.

“Ho messo in sicurezza la cappella nel 2018, se non erro – aveva confermato don Lanzeni nel 2022 – c’era la prospettiva di un progetto, lo studio “Lanceni” si era proposto per una prima stesura ma non si è andati oltre”.

Subito dopo la messa in sicurezza operata da don Lanzeni con il “Gruppo Alpini” e la sezione locale dell’Associazione nazionale carabinieri, si era pensato di avviare una raccolta fondi per il restauro ma la pandemia e la conseguente crisi economica, che ha messo in difficoltà molte famiglie, più la guerra in Ucraina, avevano finito per bloccare tutto.

“A titolo personale, il monumento infatti non risulta tra gli immobili comunali, con alcuni residenti di via Valle sono disponibile a riprendere il progetto e ad aiutare il parroco – aveva però dichiarato il sindaco – coinvolgendo le associazioni del territorio e segnalando l’opportunità di avvalersi di bandi regionali”.

Dal canto suo monsignor Giansante Fusar Imperatore succeduto a don Lanzeni aveva parlato di altre priorità:

“La parrocchia al momento è alquanto oberata dalla ristrutturazione dell’oratorio, fatico a progettare altro per il futuro. Non è così facile aggiudicarsi i bandi e al momento non mi risulta un progetto di intervento: la cappella è un bene vincolato dalla Soprintendenza ai Beni culturali. Tuttavia se arrivano fondi incaricherò più che volentieri un tecnico”.

Poi, in occasione della messa durante la ricorrenza aveva fatto un appello:

“Non lasciamo sgretolare la memoria e la testimonianza di quello che è stato”.

Caduto nel vuoto. Sui social qualcuno aveva lanciato l’idea di una colletta ma si era calcolata una spesa tra i 20 e i 30mila euro perché sarebbe necessario deviare il fosso per evitare un nuovo cedimento e si ipotizzava prevede anche la realizzazione di un piccolo spazio con qualche panchina e alberi ombrosi. Nulla di fatto finora.

Edicola votiva di San Bartolomeo

La polemica

Le polemiche non sono mancate nemmeno quest’anno e a intervenire è stato anche il capogruppo della Lega Giuseppe Prevedini:

“L’unica soluzione è che l’Amministrazione e la parrocchia facciano fronte comune, cercando di coinvolgere la cittadinanza e le imprese edili e raggiungere l’obiettivo di riqualificare la cappellina. Le sinergie hanno funzionato anche per San Bernardino”.

“Oltre a San Bernardino l’Amministrazione si è impegnata per l’ex asilo di via Caldara, edifici scolastici, nuovo nido, nuova caserma – ha replicato Bolandrini – i fronti sui quali l’Amministrazione è all’opera sono notevoli e la coperta è corta. Se il consigliere Prevedini vuole farsi promotore solo ora del restauro è il benvenuto”.