E se l'autostrada Treviglio-Bergamo fosse un tram? Una "T3" per la Bassa
L'idea nasce online, e si appoggia su un precedente storico ottocentesco: la linea tramviaria Lodi-Bergamo.
Archiviare definitivamente l'idea di una nuova strada per collegare Treviglio e Bergamo, e realizzare invece una nuova linea tranviaria sul modello della T1 della ValSeriana, e della futura T2 in ValBrembana, non solo collegando le due stazioni ferroviarie in modo più efficiente, ma anche i due poli ospedalieri e i due poli scolastici più importanti della provincia.
La proposta di un tram Treviglio-Bergamo
La proposta arriva da una pagina Facebook creata "ad hoc" nei giorni scorsi ed è di quelle destinate probabilmente a sparigliare le carte in un momento in cui il destino dell'autostrada Treviglio-Bergamo appare più che mai incerto, svanita sostanzialmente l'ipotesi di includere il "peduncolo" per raggiungere il capoluogo. Rispolverando in chiave contemporanea la mitica linea tramviaria Lodi-Bergamo, che nell'Ottocento vedeva Treviglio al centro di una rete lunga 45 chilometri, i promotori della pagina "Tram Treviglio Bergamo" hanno elaborato quello che definiscono un "meta progetto", ancora tutto da definire nei dettagli, per riportare al centro del dibattito il tema della viabilità provinciale nord-sud, in una chiave più green, più sostenibile e più orientata al trasporto di persone.
"L’idea trova terreno fertile dopo il provvedimento con cui Regione Lombardia stanzia 130 milioni di euro di fondi pubblici per realizzare un collegamento tra le due città, fondi che effettivamente potrebbero essere utilizzati per progetti alternativi alla realizzazione di un’autostrada - spiegano i promotori in una nota - Il progetto si ispira al modello già ampiamente sperimentato con la linea TEB T1 che collega la città di Bergamo ad Albino, una best practice internazionale che è possibile replicare non solo con il progetto T2 Bergamo-Villa d’Almè (in corso di realizzazione), ma anche con un nuovo collegamento Bergamo-Treviglio".
Ventitre chilometri di binari
Il nuovo tracciato tramviario potrebbe essere lungo circa 23 chilometri e "potrebbe sostituire l’inefficiente servizio ferroviario erogato da Trenord" sull'attuale linea Bergamo-Treviglio. Due gli obiettivi: "collegare la Bassa al capoluogo attraverso un servizio interurbano veloce, e allo stesso modo dotare Treviglio di un tram che supporti la mobilità dei poli scolastici e che arrivi fino all’Ospedale Treviglio-Caravaggio".
Le "fermate" della futura linea, stando alla primissima bozza del "meta progetto"? Dall'ospedale di Treviglio-Caravaggio a Treviglio Ovest, e poi Arcene, Verdello, Levate, Stezzano e Bergamo (Stazione Fs).
Un bacino d'utenza da 200mila persone
“Il tracciato ipotizzato coinvolgerebbe un bacino d’utenza di almeno 200mila persone. Del resto l’idea nasce da quanto sta accadendo nel resto d’Europa, dove il ritorno alla costruzione di linee tranviarie è l’occasione per rigenerare i tessuti urbani delle città, renderle più competitive e per rilanciarne il territorio. Emblematico è il caso francese dove in pochi anni le città dotate di una rete tranviaria sono passate da 3 a 25, riducendo il traffico e causando ricadute positive sul tessuto commerciale e sociale dei centri urbani” concludono gli esponenti della pagina.
Un'idea ottocentesca, ma rinnovata
"Treviglio del resto, già nella seconda metà dell’800 si dotò di un rete tranviaria di collegamento con le città di Lodi e Bergamo - continua il gruppo - Il tracciato completo era di circa 45 km e la città era il nodo di interscambio per merci e viaggiatori della bassa pianura, con collegamenti diretti a Caravaggio e Milano, passando per Cassano d’Adda. La direttrice sud-nord si inoltrava lungo le strade provinciali Bergamina (oggi SP472) e la Treviglio-Bergamo (SP42). L’allora amministrazione provinciale di Bergamo ritenne il progetto così strategico da essere la prima a riconoscere nel 1879 la concessione necessaria alla realizzazione sul tratto stradale di sua competenza. La gestione della linea fu affidata alla società Tramvie Interprovinciali Padane (TIP), quella che può essere considerata l’antenata dell’odierna TEB (Tramvie Elettriche Bergamasche)".
La linea fu smantellata all'inizio degli anni Venti, e le corse dei tram sostituite dalle corriere, considerate allora più efficienti.
“L’emergenza inquinamento causato dalla massiccia diffusione dell’automobile ci spinge a ripensare il modello con cui ci muoviamo per la provincia - continuano i promotori - Scegliere di puntare su un trasporto pubblico efficiente, come può essere un tram, significa fare una scelta di stampo europeo in grado di generare esternalità positive per i cittadini, l’ambiente e il territorio".