Due anni dopo il disastro di Pioltello: #intrenoconnoi per non dimenticare

Domani, sabato 25 gennaio, manifestazione a Caravaggio al fianco dei pendolari della linea Cremona-Milano per chiedere giustizia e sicurezza.

Due anni dopo il disastro di Pioltello: #intrenoconnoi per non dimenticare
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(nella foto la commemorazione dello scorso anno: la posa delle rose da parte delle figlie delle vittime insieme al sindaco Claudio Bolandrini)

Sono trascorsi quasi due anni da quel tragico 25 gennaio 2018, quando il treno regionale 10452 partito da Cremona e diretto a Milano è uscito dai binari poco dopo aver superato la stazione di Pioltello. Nel deragliamento morirono tre donne e una cinquantina di persone rimasero ferite. Fu una tragica giornata e a due anni di distanza i pendolari, ma non solo, chiedono di non dimenticare.

Sabato #intrenoconnoi

Un momento della commemorazione del gennaio 2019 con il governatore Attilio Fontana

Per questo, domani, sabato 25 gennaio, torna l'iniziativa #intrenoconnoi lanciata lo scorso anno dai pendolari della direttrice Cremona-Milano ed estesa a chiunque volesse testimoniare la propria vicinanza alle famiglie delle vittime e a chi oggi ancora sta chiedendo giustizia. L'appuntamento sarà alle 9.15 in stazione a Capralba con partenza per Caravaggio alle 9.40. A Caravaggio poi si snoderà un corteo fino a Largo Cavenaghi dove si terrà la cerimonia conclusiva davanti al ceppo commemorativo inaugurato il 1 maggio 2018.

In ricordo delle vittime

Alla manifestazione interverranno i gruppi pendolari del territorio e i sindaci dell'sta ferroviaria Cremona-Milano per chiedere verità, giustizia e sicurezza. Saranno presenti anche i famigliari delle vittime di quel tragico giorno: la neurologa 61enne Ida Maddalena Milanesi di Caravaggio, la 50enne Pierangela Tadini di Caravaggio che da qualche anno viveva a Misano e Alessandra Giuseppina Pirri, 39enne di Capralba.

Un disastro ferroviario

Quella mattina tutto sembrava tranquillo: in circa 350 si trovavano nei vagoni, assiepati come sempre, per la mancanza di posti a sedere. Erano quasi le 7 del mattino quando i passeggeri hanno sentito un boato e il treno è deragliato sui binari. La terza carrozza, la più colpita, si accartocciata su se stessa: lì, sedevano, a poca distanza una dall'altra, le tre donne rimaste uccise. A provocare l’incidente uno scambio ferroviario che ha ceduto. A dichiararlo, fin dalle prime ore successive all’incidente, il questore di Milano Marcello Cadorna.

Chiuse le indagini, ora il processo

Si sono chiuse, intanto, le indagini per stabilire le responsabilità del tragico deragliamento. Rfi è iscritta fra gli indagati per la responsabilità amministrativa insieme a 9 manager indagati a vario titolo per disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose.

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Stralciata invece la posizione di Trenord e di due suoi dirigenti per i quali i pm hanno chiesto l’archiviazione, mentre all’elenco degli indagati si aggiunge Amedeo Gargiulo all’epoca direttore dell’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria.

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