Cronaca

Don Emanuele resta (per ora): Capralba tira un sospiro di sollievo

Il parroco che ha ridato vita all’oratorio e unito la comunità resterà almeno fino all’autunno 2026. Ma il paese già teme il giorno dell’addio.

Don Emanuele resta (per ora): Capralba tira un sospiro di sollievo
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Il parroco che ha ridato vita all’oratorio e unito la comunità resterà almeno fino all’autunno 2026. Ma il paese già teme il giorno dell’addio.

Capralba e il “caso don Emanuele”

«Don Emanuele non può andarsene, ha fatto rinascere l’oratorio, ha riacceso la vita del paese, come faremo senza di lui?». A Capralba, da settimane, non si parla d’altro. Voci, timori, mezze conferme si rincorrono tra i banchi della chiesa, all’uscita dal bar, nelle chat dei genitori. Il parroco che ha restituito anima e cuore alla comunità potrebbe essere trasferito in un’altra parrocchia. A rassicurare – almeno per ora – ci ha pensato lui stesso: «Come si sa, noi preti non restiamo a vita in una parrocchia, ma siamo chiamati a servire dove c’è bisogno, in obbedienza al vescovo. Papa Francesco ha introdotto la regola del novennium, che prevede di rimanere per nove anni: un’indicazione, non una scadenza rigida. Io a Capralba ho cominciato otto anni fa. A ottobre 2025 entrerò nel nono anno, che si concluderà nell’autunno 2026. Per ora, quindi, rimango». Parole semplici, ma capaci di portare sollievo: niente addii imminenti, nessun cambio improvviso. Ancora per un anno, don Emanuele sarà presente tra l’altare e il campetto, tra la sacrestia e le risate dell’oratorio.

Il parroco che ha acceso la comunità

Il motivo di tanta preoccupazione è evidente: basta guardare l’oratorio. Fino a pochi anni fa era un luogo silenzioso, con pochi ragazzi e ancora meno attività. Oggi è un centro pulsante di vita. Bambini che giocano, adolescenti che crescono, famiglie che si ritrovano. Dietro a questa rinascita c’è la dedizione di don Emanuele. «Ha saputo creare legami veri – racconta una mamma – Ha ascoltato, costruito, fatto sentire tutti importanti. Per i nostri figli è stato un esempio, una guida, un punto fermo». Il suo impegno si vede in ogni iniziativa: grest da record, ciaspolate, partite di calcio nelle bolle di plastica, trekking, gite fuori porta. Un calendario sempre ricco, capace di attrarre decine di ragazzi. «Ha acceso la comunità – sottolineano – L’ha resa viva. Per questo l’idea della sua partenza fa così male: non sarebbe solo un cambio di prete, ma l’addio a una figura che ha lasciato un segno profondo».

Un futuro ancora da scrivere

Il parroco stesso non nasconde che il futuro sia incerto: «Il vescovo ha appena fatto nuove nomine, spostando anche preti in carica da dieci, quattordici anni. È vero che al termine del novennium si può essere trasferiti, ma non è detto che accada subito. Ora voglio concentrarmi sul nuovo anno pastorale e sull’apertura del catechismo». Quello che è certo, però, è che Capralba potrà contare su don Emanuele almeno fino all’ottobre 2026. C’è tempo, dunque, per continuare a costruire, vivere e godere di quella normalità speciale fatta di incontri, sorrisi e comunità. E forse sarà proprio questo il modo migliore per prepararsi al momento dell’addio: con gratitudine per ciò che è stato e fiducia nei frutti che continueranno a crescere. Fino ad allora, il paese non vuole sprecare nemmeno un giorno.