Don Andrea si difende dalla gogna social: "Sì ai cani, ma l’oratorio non è un resort"
E' bastato un post su Facebook a far scattare il "tribunale mediatico" contro il vicario
Un caffè al bar del nuovo oratorio con cagnolino a seguito? No, non si può (ma non è proprio così). Ed è subito polemica. E’ bastato un post su una delle pagine Facebook seguita dalla comunità di Caravaggio per rendere amaro il 19esimo anniversario di sacerdozio del vicario don Andrea Piana che si è trovato, suo malgrado, a dover rispondere alla critica mossa da un caravaggino invitato a lasciare il bar dell’oratorio perché si era presentato con il suo amico a quattro zampe.
Cani in oratorio, scoppia la polemica
"Avrei preferito festeggiare in modo diverso il mio anniversario di ordinazione sacerdotale - ha esordito don Andrea - ma per dovere di cronaca rispondo volentieri ai molti commenti apparsi sotto al post pubblicato su 'Sei di Caravaggio se...la ami'”.
E lo fa snocciolando un lungo elenco di animali che lo hanno "accompagnato" in questi 19 anni da prete partendo dagli anni trascorsi ad Agnadello. Tra questi un acquario, conigli, galline e oche, il micio che gli ha regalato "nonna" Rosa ed erano "tutti ammessi perché la struttura lo permetteva".
Poi ci furono gli anni a Soresina sempre in compagnia del micio (che aveva traslocato con lui), una coppia di conigli nani, di nuovo un acquario e addirittura un caprone di nome "Rambo" che faceva la guardia tenendo lontano chi si appartava sulle gradinate per fumare (e non erano sigarette). Anche qui, tutti ammessi perché la struttura lo permetteva.
Accusato dal "tribunale mediatico"
"Nei miei tre meravigliosi anni a Caravaggio, di cui appena 24 ore al San Luigi, e il restante al San Pietro avevo con me: il "micio" ormai al terzo trasloco, conigli selvatici e topolini (spesso trofeo del micio) - ha ironizzato - Al San Luigi 'micio' che alla sera tardi con me fa il giro dell’oratorio per controllare che tutto sia in ordine e l’acquario posto all’entrata. E i cani, queste creature di Dio, possono entrare? Avrei preferito sentire questa domanda a voce quando, lunedì sera, questa persona si è sentita esclusa e cacciata dall’oratorio, invece ci siamo salutati e poi mi ritrovo il tribunale mediatico a emettere sentenze".
"Il San Luigi non è un resort"
Poi prosegue, per dare una risposta chiara e netta.
"Il San Luigi non è un resort, è un luogo per tutti. E' un luogo dove la comunità cristiana nello strumento dell'oratorio, con tutte le sue gioie e fatiche, tenta di formare dei buoni cristiani e onesti cittadini. Il San Luigi non è un bar, non è un parco giochi, non è un centro sportivo, ma è l'oratorio dove quotidianamente, grandi e piccoli, nell'ascolto della Parola, celebrino il gioioso rito alla fede e alla cultura".
I cani sì, ma con rispetto e buon senso
"Quindi i cani possono entrare?", si chiede nuovamente don Andrea.
"Nel rispetto del luogo e delle persone i cani possono entrare in oratorio - ha spiegato - Io se avessi un cane lo porterei in oratorio quando è vuoto per fare due chiacchiere con il don e per presentarlo a lui. Nel gioioso caos del bar-salone polivalente e nel cortile non so come reagirebbe il cane. Lo scorso anno al Grest è stato fatto un laboratorio con i cani, molti di coloro che hanno scritto non li conosco, ma il gruppo di chiama "Sei di Caravaggio se... la ami" allora provo a fare una richiesta: pubblicate le cose belle che fate del Caravaggio. Pubblicate le cose belle che fanno per Caravaggio. Non diventi questo gruppo un luogo di sentenze che poi non hanno quel fine".
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