Diocesi e rettore contro la logistica a due passi dal Santuario di Caravaggio
La richiesta, inviata al Comune, è quella di stralciare la nuova area industriale e creare una fascia agricola di salvaguardia.
Dopo Legambiente, anche la Diocesi di Cremona e lo stesso rettore del Santuario di Caravaggio, hanno chiesto al Comune di Misano lo stralcio dell'insediamento logistico che dovrebbe sorgere a poco più di 500 metri dal tempio mariano.
Una logistica a due passi dal Santuario
La questione non è nuova. Da tempo infatti i proprietari dei vari lotti sarebbero stati contattati da un intermediario di un grande operatore della logistica, che vorrebbe realizzare un maxi magazzino. Il Comune di Misano deve però prima adeguare il suo Pgt al documento urbanistico della Provincia, il Ptcp, ma in questo frangente si sono inserite sia Legambiente che la Diocesi, entrambe chiedendo la tutela per il Santuario.
Da quest’ultima sono arrivate infatti due richieste formali, rispettivamente dall’Istituto per il sostentamento del clero, che possiede 35mila metri quadrati del terreno dove dovrebbe sorgere l’area logistica, e dal rettore del tempio mariano, don Amedeo Ferrari: la richiesta è di stralciare la nuova area industriale e creare una fascia agricola di salvaguardia.
Chiesta la creazione di una fascia agricola di salvaguardia
Già gli ambientalisti si erano opposti facendo ricorso al Tar contro l’Amministrazione comunale nel 2018 e vincendo la causa, ma nel 2021 il Consiglio di stato aveva dato ragione a quest’ultima, permettendo così la prosecuzione del progetto. A preoccupare è la vicinanza del nuovo comparto produttivo da 162mila metri quadrati, ancora da urbanizzare, a soli 560 metri di distanza dal Santuario. Una scelta "non giustificata" che anzi porterebbe a una "situazione di forte discontinuità dell’ecosistema e del paesaggio rispetto ai luoghi vincolati circostanti".
I lavori e la presenza delle attività nella nuova zona industriale, tra l’altro, potrebbero alterare il flusso delle falde sotterranee, causando l’impoverimento dei fontanili e quindi modificando la disponibilità per la fonte del tempio. La richiesta è quindi quella di adottare "tutte le misure cautelative", con l’obiettivo di proteggere il luogo sacro.