Anni di attesa e di battaglie legali, ma per l’inquinamento della falda da cromo esavalente, non c’è ancora un vero colpevole. Il Comune di Ciserano, che dal 2017 porta avanti la richiesta risarcitoria nei confronti delle quattro aziende, che erano state individuate come responsabili dell’inquinamento della falda acquifera, ha perso anche in appello.
Cromo VI, una battagli infinita
Il Tribunale ha dato ragione alle aziende evidenziando la mancanza di sufficienti elementi per appurarne il grado di responsabilità.
La causa intentata dal Comune era tesa a recuperare i 2,5 milioni di euro spesi tra il 2012 e il 2014 da Regione Lombardia per la realizzazione della barriera idraulica pensata per intercettare il plume del cromo esavalente che dalla zona produttiva di Zingonia si stava dirigendo verso Treviglio, attraversando Verdellino, Ciserano, Arcene e Castel Rozzone.
A sostenere l’azione del Comune ci sono le indagini del Settore Ambiente della Provincia di Bergamo che avevano ricondotto la responsabilità dell’inquinamento a quattro aziende situate sul territorio di Verdellino: la “Cromoplastica” chiusa nel 2022, la “Nuova Igb” ancora attiva, la “Cds” chiusa da anni e le “Rubinetterie Mariani”.
Ora la Corte d’Appello di Brescia ha dato ragione alle aziende ritenendo insufficienti i dati per definire in modo certo la responsabilità della quattro attività a fronte di più di quindici aziende dedicate alla cromatura sullo stesso territorio.
Vitali: “Non ci arrendiamo”
“Andremo avanti presentando ricorso – ha assicurato la sindaca Caterina Vitali – Il Comune e l’Amministrazione, sentito il legale, hanno valutato che sarebbe fortemente imprudente correre il rischio di dover vedersi recapitare una richiesta di rimborso delle somme di 2,5 milioni stanziate da Regione Lombardia per la gestione urgente del Contenimento dell’inquinamento”
Il Comune è stato condannato, tra l’altro, al pagamento delle spese legali: 50mila euro che vanno a sommarsi a quelli già spesi.
“Rimane l’amarezza per il fatto che il Comune sta sostenendo da solo e con le proprie forze economiche un esborso che ha raggiunto ad oggi ben 120mila euro – ha evidenziato Vitali – Il Regolamento regionale attuale prevede, in effetti, un rimborso parziale per i Comuni per questo genere di azioni legali. La nostra situazione invece, nata a cavallo con la vecchia normativa di più di 15 anni fa, non è accoglibile”.
Almeno questa è la risposta che l’Amministrazione ha ottenuto alle richieste reiterate portate avanti dal 2018 a oggi.
“Non ci arrendiamo e intendiamo richiede alla politica regionale e all’assessore Maione di farsi carico della questione e prevedere un contributo di compartecipazione a favore del comune di Ciserano che si dimostrato virtuoso negli anni nel gestire questa situazione nata, fra l’altro, non sul suo territorio – ha ribadito – Con il legale ci siamo confrontati e riteniamo che ci siano aspetti giuridici che la Cassazione potrà riconsiderare. Continuiamo a riporre fiducia nella giustizia. Giustizia rispetto ad un inquinamento della falda a carico di ditte che ancora oggi hanno attiva la messa in sicurezza”.