Crisi Ruah, col taglio dell'accoglienza migranti a rischio 22 dipendenti

"Senza insegnanti integrazione sociale a rischio e con meno operatori si rischiano tensioni".

Crisi Ruah, col taglio dell'accoglienza migranti a rischio 22 dipendenti
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C'è un'ipotesi di accordo tra sindacati e rappresentanti della cooperativa sociale Ruah, il colosso bergamasco dell'accoglienza che ha gestito per anni una buona fetta dei richiedenti asilo arrivati in Provincia di Bergamo e che con i tagli ministeriali al settore, uniti alla riduzione degli sbarchi, è entrata in crisi. Tra i primi centri di accoglienza a saltare c'è proprio quello di Romano, allestito tra le polemiche alcuni mesi fa all'ex hotel La Rocca.

L'annuncio di Ruah: licenziamento collettivo per 22

Era il 13 maggio quando la cooperativa aveva annunciato l’avvio della procedura di licenziamento collettivo per 22 dipendenti a tempo indeterminato e la cessazione di 8 a tempo determinato. Poi, mercoledì scorso c'era stato in Prefettura un tentativo di conciliazione presieduto dal viceprefetto Iole Galasso. E' infatti proprio la Prefettura la principale "cliente" di Ruah, gestendo per conto del Ministero degli Interni il flusso dei migranti in arrivo sul territorio nazionale.
Al termine di un confronto tra sindacati e rappresentanti della cooperativa, giovedì è stata infine raggiunta un’ipotesi di accordo che ora verrà sottoposta ai lavoratori.

L'accordo: nove insegnanti di italiano licenziati

“Si è riusciti a individuare collocazioni alternative per una parte di personale a rischio, quindi gli esuberi in questa prima fase riguarderanno esclusivamente 9 insegnanti di lingua italiana più il mancato rinnovo di 6 contratti a tempo determinato” Giuliana Rota di FP-CGIL e Alessandro Locatelli di FISASCAT-CISL di Bergamo

Dubbi sul futuro del settore

“In Prefettura abbiamo chiesto alla cooperativa e al viceprefetto, visto che il bando per il servizio di accoglienza dei migranti è proprio emanato dall’ufficio territoriale del Governo, quali fossero le prospettive nel lungo periodo” hanno spiegato i due sindacalisti.

Ridurre il numero di operatorio: rischio tensioni

“Abbiamo anche segnalato che la riduzione del rapporto numerico operatori/migranti potrebbe portare a tensioni. Abbiamo chiesto l’impegno da parte della cooperativa di trovare collocazioni alternative per i dipendenti in esubero all’interno della propria struttura, o eventualmente in altre cooperative, ma anche il ricorso ad ammortizzatori sociali attraverso l’accesso al Fondo Integrazione Salariale e un’incentivazione alle uscite volontarie” aggiungono i due sindacalisti di FP-CGIL e FISASCAT-CISL.

"Senza insegnanti integrazione sociale a rischio"

La cooperativa stessa, con i sindacati, aveva sottolineato già nei giorni scorsi come a saltare per primi siano stati gli insegnanti di lingua oltre che le attività di sensibilizzazione e coinvolgimento dei diversi territori. Un taglio che potrebbe minare minando così l’opera di integrazione portata avanti dai centri di accoglienza rimasti attivi.

"Disinformazione sui 35 euro"

“È evidente che diminuire i fondi per l’accoglienza, cioè mettere le mani sui famosi 35 euro su cui per anni si è fatta cattiva informazione, dicendo che finivano nelle tasche dei migranti, si tradurrà nel tagliare posti di lavoro di operatori e insegnanti, oltre che nella chiusura di strutture disseminate sul territorio” concludono i due sindacalisti. Tagli che Ruah ha già preannunciato potrebbero continuare anche l'anno prossimo.

Nella foto: richiedenti asilo ospiti del centro di accoglienza di Romano

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