Pandino

"Covid? Non esiste cura, l'unica arma è il vaccino"

E' il messaggio lanciato dai relatori della conferenza organizzata giovedì 9 settembre dall'Auser nella splendida cornice del castello visconteo.

"Covid? Non esiste cura, l'unica arma è il vaccino"
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Una conferenza sull'impatto che il Covid ha avuto su Pandino e dintorni, organizzata dall'Auser al castello visconteo. Una serata che ha fornito numeri ma anche risposte importanti.

Covid: uno tzunami per il Cremasco

Covid

A fare da padrone di casa è stato il sindaco Piergiacomo Bonaventi, che ha accolto Emanuele Abondio Tassi, studente di medicina al quinto anno che coordinato l'incontro, e cinque medici dell'ospedale Maggiore di Crema: il dottor Roberto Sfogliarini direttore sanitario, il dottor Maurizio Borghetti medico radiologo e volontario del centro vaccinale, il dottor Attilio Galmozzi medico del Pronto soccorso e volontario centro vaccinale, il dottor Giuseppe Lupi medico anestetista e membro del CdA della Fondazione "Ospedale dei poveri di Pandino" e il dottor Giovanni Viganò medico primario del Pronto soccorso.

"Non è tutto finito purtroppo, la normalità è ancora lontana e ci sono ancora molte persone che credono che dietro a tutto ciò ci sia chissà quale regia...  - ha esordito Bonaventi - Il nostro territorio, in mezzo tra Codogno e la Bergamasca, ha pagato un prezzo altissimo nella prima ondata della pandemia, poi il virus ha rallentato ma ci siamo ritrovati un focolaio poco tempo fa in un centro estivo, variante Delta, per fortuna rientrato. Oggi la percentuale di contagio è tra le più basse e a Pandino la popolazione vaccinata è più dell'80%".

"Il vaccino funziona ed è l'unica arma"

I medici hanno ripetuto all'unisono un concetto: il vaccino funziona e oggi, senza una cura, è l'unica arma che abbiamo.

"Nel Cremasco oggi l'infezione è abbastanza contenuta - ha detto Sfogliarini - La Delta rappresenta il 94-95% dei casi in isolamento. Chi non è vaccinato ha maggiori probabilità di ammalarsi e morire rispetto a un decorso normale per chi lo è. Il vaccino funziona, lo dimostra la popolazione degli operatori sanitari che nella prima e seconda ondata contava diversi malati mentre ora sono pochissimi e anche quella delle Rsa, vaccinata per prima, dove i positivi sono rarissimi".

"Se qualcuno parla di una messa in scena costruita basti dire che nel 2020 ci sono stati 75mila morti in più rispetto alla media nazionale, più 30mila persone che sono perite perché gli ospedali erano chiusi o non c'è stato modo di fare diagnosi e cure - ha spiegato Borghetti - Il virus colpisce ed evolve in modo diverso nei pazienti, non esiste terapia in grado di fermare il processo verso il decesso: c'è chi ne esce e chi no. Le persone non vaccinate sono un pericolo perché il virus si replica e si selezionano nuove varianti".

"Togliamo la laurea a Google"

Da Galmozzi un richiamo a non credere alle bufale via web.

"Togliamo la laurea al dottor Google - ha rimarcato - è pericoloso: lì le notizia non sono filtrate da persone competenti. Quando si parla di tumore nessuno si fa domande sulla terapia che viene somministrata perché si ha paura, un timore che oggi il Covid sembra non suscitare più: non c'è terapia eppure il negazionismo dilaga. Torniamo a coltivare la fiducia".

E a chi dice che i vaccini sono stati creati "troppo in fretta"?

"Mai come in questo caso nella prima fase si è sperimentato su un così grande numero di volontari grazie ai finanziamenti statali di molti Paesi - ha chiarito Borghetti - Le altre fasi sono state accelerate ma secondo le procedure codificate. Una sola, vista l'urgenza e il beneficio molto superiori al rischio, è stata saltata secondo quanto previsto non dalle case farmaceutiche ma dagli enti regolatori. E oggi, dopo la vaccinazione di milioni di persone in tutto il mondo, è ormai stata fatta: il vaccino si può rendere obbligatorio".

Leggi tutti gli interventi su Cremascoweek in edicola venerdì 17 novembre.

 

 

 

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