Salute

Covid, la quarta ondata è alle spalle, l'emergenza psichiatrica no

Ansia, attacchi di panico, depressione e disturbi del comportamento alimentare: fenomeni ancora diffusissimi, dopo il lockdown. L'allarme del direttore della Psichiatria di Treviglio

Covid, la quarta ondata è alle spalle,  l'emergenza psichiatrica no
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C’è una pandemia nella pandemia, da ormai due anni a questa parte. Non è virale, come il Covid, ma psicologica e psichiatrica: colpisce tutti, ma in particolar modo i giovani e i giovanissimi. Che anche a Treviglio e nella Bassa, dal primo lockdown in avanti, sono sempre più soggetti ad attacchi d’ansia, episodi di panico, ma anche a forte depressione e gravi disturbi alimentari. In Pronto soccorso, come nel reparto di Psichiatria dell’Asst Bergamo Ovest di Treviglio, l’impennata degli accessi fa preoccupare da mesi i sanitari.

Il disagio psichiatrico tra i giovani dopo la pandemia

Se infatti la domanda di assistenza sanitaria in campo psichiatrico era già abbondantemente al di sopra dell’offerta prima del Covid-19, gli ultimi due terribili anni hanno peggiorato ulteriormente il quadro. Se ne sono rese conto le Regioni, che all’indomani del mancato finanziamento da parte del Governo del cosiddetto «Bonus psicologo» hanno messo mano - alla spicciolata - a provvedimenti come lo «psicologo di base» in Lombardia. Il Consiglio regionale ha approvato infatti all’unanimità, nei giorni scorsi, le linee guida generali di un nuovo servizio psicologico dedicato soprattutto a ragazzi e alle fasce fragili della popolazione. A proporlo è stato Niccolò Carretta di «Azione». Nelle future Case di Comunità preconizzate dalla Riforma sanitaria, l’assistenza psicologica «di base» dovrebbe diventare, così, gratuita e libera, per ogni cittadino. Ma i dubbi sulla sua applicazione concreta restano molti, soprattutto mancando ancora le modalità e le regole per attuare il provvedimento del Consiglio: se ne occuperà, nelle prossime settimane, la Giunta.
Del quadro generale della salute psichiatrica nella Bassa, e delle future prospettive di questo genere di assistenza sul nostro territorio, ne abbiamo parlato con il direttore della Psichiatria dell’ospedale di Treviglio, Emiliano Monzani.
Già in piena pandemia, il primario aveva lanciato un allarme sull’incremento evidente di patologie psichiatriche, soprattutto in adolescenti e giovani adulti. La fine sostanziale dei lockdown e il rientro a scuola, in una condizione ormai di quasi-normalità, non hanno ancora invertito la rotta.

Direttore, qual è la situazione nella nostra zona? Permane ancora quell’emergenza psichiatrica di cui aveva parlato mesi fa?

Sì. Non sono solito utilizzare certi aggettivi, ma questo è: abbiamo numeri impressionanti. Lo si vede già dal numero degli accessi in Pronto soccorso in età adolescenziale, per problemi neuropsichici: uno studio nazionale condotto su nove Regioni tra le quali la nostra, evidenzia un aumento dell’84% rispetto al periodo pre-Covid. Non abbiamo ancora dati «locali», ma l’andamento è quello.

Quali sono i sintomi più in crescita, secondo l’esperienza sua e della sua squadra, a Treviglio?

Ad esempio, gli stati depressivi. Spesso l’arrivo in Pronto soccorso arriva quando scatta una sorta di molla, nei pazienti o nei loro familiari che si accorgono della presenza di ideazioni suicidarie. Il problema, poi, è la gravità dei sintomi quando arrivano da noi: sono spesso quadri avanzati e seri. Come per quanto riguarda i disturbi del comportamento alimentare...

Spieghi...

Una volta il nostro paziente tipico con questo tipo di disturbi era una ragazza tra i 17 e i 20 anni, i cui familiari magari si accorgevano di un cambio delle abitudini con il cibo, con la bilancia... Ora abbiamo casi di 13-14 anni. Il primo approccio è molto più precoce, e spesso anche più grave. Non raramente capita di dover trasferire la paziente direttamente in Terapia intensiva.

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