I dati di Ats Bergamo

Covid, i contagi salgono del 55,5% ma Bergamo resta la provincia con l'incidenza più bassa

E a Romano chiude anche l'ultimo reparto Covid in ospedale.

Covid, i contagi salgono del 55,5% ma Bergamo resta la provincia con l'incidenza più bassa
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Risale la curva dei contagi, dopo alcune settimane di decrescita, negli ultimi sette giorni, dall'8 al 14 giugno il tasso di incidenza è arrivato a 131 nuovi casi per 100mila abitanti contro i 85 della scorsa settimana. Il territorio dell’ATS di Bergamo continua comunque ad essere, sia a livello regionale sia nazionale, la provincia con il tasso di incidenza più basso. E a Romano chiude anche l'ultimo reparto Covid in ospedale.

Covid, +55,5% in una settimana

Nella settimana osservata, dopo il rallentamento del trend di decrescita rilevato la scorsa settimana (-6,5% rispetto al -41% di quella precedente), si registra un aumento dell’incidenza, una tendenza è in linea con l’andamento nazionale e regionale. Lo scostamento rispetto alla precedente settimana è, infatti, pari a + 588 nuovi casi assoluti negli ultimi 7 giorni, pari a +55,5% rispetto alla settimana scorsa (contro i -188, pari a -16,5% rispetto alla settimana precedente). Negli ultimi 7 giorni la media giornaliera dei casi incidenti è salita a 211 contro i 136 della scorsa settimana.

Per quanto riguarda il territorio provinciale, anche questa settimana nessun Ambito Territoriale risulta essere Covid free. I Comuni con  zero nuovi casi negli ultimi 7 giorni sono 60, pari al 24,7% sul totale dei comuni bergamaschi (erano 80 la scorsa settimana): tra questi anche Isso, Torre Pallavicina e Pognano.

A fronte di segnali di crescita dell’incidenza registrati negli ultimi 7 giorni gli indicatori più solidi a cui porre attenzione evidenziano: una crescita dell’indice di trasmissibilità (RdT) che sale a 1,08 (0,64 la scorsa settimana) risultando lievemente sopra soglia critica (che ricordiamo essere pari ad 1); un impatto sui ricoveri rassicurante con una diminuzione sia dei ricoveri ordinari (da 42 della scorsa settimana
a 34) sia di quelli nelle terapie intensive (da 2 a 1).

Meno precauzioni e i contagi risalgono

“L’incremento dell’incidenza rispecchia, come tendenza, la situazione regionale e nazionale e – come dichiara il Alberto Zucchi direttore del Servizio Epidemiologico Aziendale - può essere verosimilmente correlata alla concomitanza di due fattori: l'allentamento delle misure precauzionali e (ma solo in parte) l'inizio possibile dell'arrivo di una variante dalle caratteristiche di contagiosità maggiori. La crescita sincrona riscontrata in tutte le Regioni fa propendere maggiormente per la prima ipotesi, considerando l’improbabilità che una nuova variante possa diffondersi istantaneamente e contemporaneamente su tutto il territorio nazionale, situazione, quest’ultima, che avrebbe generato una crescita di natura esponenziale e non lineare, di entità ridotta, come quella odierna. Alla luce di ciò, sembra ragionevole pensare che l'attuale, contenuto, aumento dell’incidenza sia, al momento, dovuto, quasi esclusivamente, all'allentamento delle misure di precauzione”.

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