Covid, 4 anni fa le bare sui carri militari. «Quelle immagini hanno risvegliato la coscienza dell’Europa»

Oggi a Bergamo le celebrazioni per la Giornata nazionale in memoria delle vittime Covid-19

Covid, 4 anni fa le bare sui carri militari. «Quelle immagini hanno risvegliato la coscienza dell’Europa»
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Una cerimonia solenne per ricordare chi non c'è più e il sacrificio di quei giorni, ma anche per fare alcune considerazioni sull'attualità ed il futuro. Alla commemorazione della Giornata nazionale in memoria delle vittime Covid, insieme alle autorità locali, c'erano stamattina (lunedì 18 marzo) al Cimitero monumentale di Bergamo anche il commissario europeo per l'Economia, Paolo Gentiloni, e il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli. Ne dà notizia PrimaBergamo.it

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La Giornata nazionale in memoria delle vittime Covid

Gentiloni ha fatto riferimento ai filmati dei camion dell'esercito, carichi di bare, che in questa data quattro anni fa lasciavano la città: «Quelle immagini hanno risvegliato qualcosa nella coscienza dell’Europa, la necessità di un grande intervento comune di solidarietà dopo le prime settimane di chiusura ed egoismi nazionali - ha dichiarato Gentiloni -. Sono qui per rendere omaggio alle vittime e alle famiglie, oltre che per ringraziare il personale sanitario».

Una corona di fiori è stata deposta all'esterno della chiesa di Ognissanti, ai piedi della lapide che ricorda le vittime dell’epidemia di Coronavirus. Dopo, al Famedio, si è tenuta la cerimonia di commemorazione, alla quale erano presenti il sindaco, Giorgio Gori, il vescovo Francesco Beschi, il presidente della Provincia, Pasquale Gandolfi, e l’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso. A partecipare, anche diversi primi cittadini della nostra provincia.

L'assessore Angeloni  e il "dietro le quinte": "Ci chiesero di non fare troppo clamore"

«La sera del 18 marzo ero lì mentre i camion militari entravano uno ad uno in processione verso la chiesa e la camera mortuaria a compiere questa drammatica missione - il pensiero condiviso dall'assessore ai Servizi cimiteriali, Giacomo Angeloni -. Li ricordo andare via, tra i cipressi di viale Pirovano che quella sera sembravano sull’attenti a fare gli onori. “Non fate troppo clamore” era la raccomandazione della Prefettura. Ma quell’orribile corteo di morte fu sui giornali del mondo in poche ore. Non poteva essere che così. Erano le 23.55 quando il Sindaco mi chiamò per dire: i prossimi giorni saranno peggio. Quello del 18 marzo fu il primo di 45 viaggi».

«La sera del 18 marzo ero lì mentre i camion militari entravano uno ad uno in processione verso la chiesa e la camera mortuaria a compiere questa drammatica missione - il pensiero condiviso dall'assessore ai Servizi cimiteriali, Giacomo Angeloni -. Li ricordo andare via, tra i cipressi di viale Pirovano che quella sera sembravano sull’attenti a fare gli onori. “Non fate troppo clamore” era la raccomandazione della Prefettura. Ma quell’orribile corteo di morte fu sui giornali del mondo in poche ore. Non poteva essere che così. Erano le 23.55 quando il Sindaco mi chiamò per dire: i prossimi giorni saranno peggio. Quello del 18 marzo fu il primo di 45 viaggi».

Per il Capo dello Stato «la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus richiama l’attenzione della nostra comunità sulla terribile prova affrontata in occasione della pandemia e costituisce occasione di vicinanza ai familiari dei tanti deceduti a causa della pervasiva diffusione del Covid - 19. Una pagina dolorosa della storia recente del nostro Paese e del mondo intero, dalla quale la memoria collettiva è uscita segnata».

 

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