Compleanni

Cologno terra di centenari, tre compleanni memorabili in un mese

Due donne e un uomo hanno festeggiato l'invidiabile traguardo in forma.

Cologno terra di centenari, tre compleanni memorabili in un mese
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Un secolo di vita sulle spalle, tante gioie e dolori e lo sguardo di chi ne ha viste tante ma ancora non molla. Cologno al Serio può essere orgogliosa, sono ben tre i suoi cittadini centenari che in quest’ultimo mese hanno festeggiato un traguardo invidiabile.

Tre centenari in paese

Agnese Picenni ha raggiunto le 100 primavere il primo dicembre 2022, Giacomo Malanchini 101 lo scorso 29 dicembre, e Teresa Giacoma Raffaini 100 la settimana scorsa, il 4 gennaio.
Tre vite straordinarie, che hanno incontrato sul loro lungo cammino ostacoli terribili, come la guerra, la fame e la miseria, ma anche la possibilità di un riscatto che hanno colto grazie a una volontà di ferro e a una fibra d’acciaio: oggi sono ancora qui, con i loro cari, nelle case costruite con il lavoro e la fatica, simbolo di una generazione che ha rimesso in piedi l’Italia uscita con le ossa rotte dalla Seconda Guerra Mondiale.

Agnese Picenni: un fisico inossidabile

"Il segreto per arrivare a 100 anni? Andare avanti - ha detto con un fil di voce Agnese, con un sorriso - Ho lavorato molto, in filanda e a casa con i miei sei figli".

"Fino a 96-97 anni è stata attiva, poi nel dicembre 2021 ha rotto l’anca e ha subìto l’intervento per la protesi. Si è comunque ripresa bene - ha aggiunto la figlia Maria Teresa - Ma lei ha vinto anche il cancro: un primo intervento a 70 anni andato bene e poi, con uno scompenso cardiaco gravissimo in mezzo, a 83 anni, anch’esso superato, una seconda operazione a 86 anni quando il tumore si è ripresentato. A 93 anni le hanno applicato anche un pacemaker. La mamma è una donna che non la fa mai lunga, abbassa la testa e va per la sua strada, è sempre stata riservata e determinata a risparmiare e mandare avanti la sua casa".

Giacomo Malanchini: reduce che combattè a Cassino

"Sono arrivato a 101 anni senza stare mai fermo - ha spiegato risoluto Giacomo - prima ho lavorato alla “Dalmine” e poi sono partito soldato nella Seconda Guerra Mondiale. Ho combattuto nell’artiglieria someggiata in Corsica, in Sardegna e a Cassino, dove sono stato colpito da una scheggia che mi ha lesionato un occhio. Ricordo quando di notte portavamo le munizioni a Cassino e la fame".

E il viso d’un tratto si è fatto cupo, gli occhi lucidi... perché le ferite dell’anima non si cancellano.

"Oltre che reduce mio padre infatti è stato per una ventina d’anni presidente dell’”Associazione invalidi e mutilati di guerra di Cologno” - ha affermato la figlia Gisella - Le associazioni combattentistiche locali a ottobre sono venute per festeggiare i 100 anni e i 101 e l’Associazione Nazionale del Fante, federazione di Bergamo, nella persona del presidente Luciano Dehò gli ha consegnato una targa e una pergamena. Una targa anche dall'Asso Arma".

Maria Teresa Raffaini: carattere, cuore e mani d’oro

"Da giovane ha lavorato in filanda e in seguito tre anni come dipendente di un’osteria qui in paese ma poi, avendo avuto quattro figlie, è rimasta a casa ad occuparsi della famiglia - ha ricordato la figlia Annamaria - Era una cuoca provetta e ha sempre lavorato a maglia: confezionava lei i nostri completini, i cappellini, le coperte o le babbucce e se qualcuno arrivava con un bottone scucito o altro ci pensava lei a rammendare. Lo ha fatto fino a 95-96 anni, finché la vista glielo ha permesso. Dal 2004 ha un pacemaker ma è ancora in buona salute ed è presente, il suo cruccio è solo uno: nonostante sia ancora autonoma nel badare a sé, le pesa molto non poter più essere attiva come prima. Un sergente di ferro ma con un cuore generoso".

Le interviste complete su Romanoweek in edicola venerdì 13 gennaio.

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